Confessioni a cuore aperto dell'artista Gianluca. Pezzi nuovi, rarities e storie messe insieme nell'attesa del nuovo album.
Viene prima l'uomo o il personaggio? In tutta sincerità non ho mai nemmeno per un istante dubitato di uno come Ghemon. La domanda su chi sia il vero G. potrebbe tranquillamente sfumare su una qualsiasi della sue tre dimensioni (Gianluca / Ghemon / Gilmar) e la risposta mantenersi intatta, agile correre su questi limiti per ricacciare fuori sempre lo stesso risultato. Integro, credibile, onesto, senza maschera alcuna a coprirne il volto. Semmai, abbigliamento slim-fit a metterne in riga l'allegerimento fisico, step necessario a controbilanciare tutto quel peso che portavano con sè i fantasmi e che invece, adesso, sembra esser messo in secondo piano, a favore di nuova consapevolezza (così si dice) e maturità (che poi fa rima con paternità, e tutto torna o quantomeno si risolve, come canta col piglio di quello che ne sa anche Frank Siciliano).
"Aspetta Un Minuto" è un mixtape, una raccolta di ventidue pezzi, alcuni già editi, altri riarrangiati con la band, altri totalmente nuovi, che scorrono per un'ora e dieci cuciti assieme da Dj Tsura. È il modo per tornare a fare la voce grossa in attesa di un album nuovo, che ha già un titolo ("ORCHIdee"), una data di uscita (primavera 2014) e un'attesa che alimenta le voci su quello che potrebbe essere un passaggio a lato verso vesti più pop e meno boombap.
Confessioni a cuore aperto, salti nel vuoto, stelle implose, mantra sensuali, donne (più di una, o forse solo un'immagine, un'idea che è motore aperto per la sublimazione e le sublimi azioni). C'è tutto il dizionario di Ghemon, aggiornato e sempre più capace di flettersi a proprio piacimento nel raccontare di sacrifici e atti di resistenza usando la metafora dei bomber 90s. Luminoso, semplice nella sua ricercatezza della metrica e dell'intonazione perfetta. Affiancato dal solito giro di beatmakers di fiducia (Fid Mella, Dj Shocca, Macro Marco) e da un paio di nu-comers dal futuro già spianato (Yakamoto Kotzuga, The Essence, The Ceasars).
Interessante ascoltarlo tutto d'un fiato per capire come il ragazzo, tecnicamente, abbia step by step scalato le montagne. Ma soprattutto per leggere i frammenti di una storia che, come si diceva all'inizio, è, nella sua essenza, un continuo mettersi in gioco, movimento di pensiero, affermazione-negazione-sintesi. E su questo si potrebbe anche chiudere, passare sopra i nuovi momenti meno riusciti ("Bugiardo (A Parole)" e "Dritto Al Cuore"), su certe sequenze di pezzi troppo farraginose e poco a fuoco (la seconda metà della tracklist), e attendere ansiosi questo nuovo disco. Che due anni fa (quando era ancora battezzato "440/Scritto Nelle Stelle") doveva essere il tassello finale della carriera di Ghemon, e adesso ha preso invece la forma della boa che aspetta di essere superata per mostrare un'altra parte di orizzonte. Com'è giusto che sia. Distruggere per poi ricostruire.
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La recensione Aspetta un minuto di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-12-25 00:00:00
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