E' la volta degli Andes Empire, che con il loro "Reverse" dimostrano una sfacciata attitudine rock 'n roll, avvalendosi di atmosfere glamour, suoni vintage e arrangiamenti essenziali nella forma ma estremamente smaliziati nella sostanza.
"Honesty", canzone apripista, raccoglie bene l'influenza di gruppi come Yeah yeah yeahs o Babyshambles, con venature sofisticate, ben sviluppate nel duetto tra voce maschile e femminile. "Get Back" e "Summertime" sono più alla Strokes e impongono le loro formule senza troppe pretese, ma fanno bene il loro mestiere e si fanno ascoltare fino alla fine. Poi arriva il blues: i ZZ Top rivivono alla grande nella selvaggia "Father", mentre nella rabbiosa "Enough" sembra di esser tornati ai tempi di Freddie King, chitarre comprese. Un brano come "Happyness" potresti trovarlo in un album degli Stones, e arduo sarebbe resistere al fascino romantico di "Train" che ti porta indietro di almeno cinquant' anni.
A fine ascolto ti si dipinge in volto un bel sorrisone. Gli Andes Empire ha costruito un album intenso. Un lavoro che parte dall'indie di qualche anno fa per affondare nelle radici del rock più viscerale. Un'intero mondo musicale. Stupefacente.
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