Ep acerbo che parte bene per poi andare calando quasi subito, senza elementi che spicchino per originalità
“Ruberò l’ecografia di una persona felice, l’affiggerò ai miei muri e ne strapperò il sorriso per coprire ghigni e finte circostanze, userò il suo nome, vestirò della sue pelle”. L’ep d’esordio dei Port-Ligat parte così, con “AB Positivo”, un’immagine forte che senza dubbio colpisce. Il sound è stracolmo di sintetizzatori e suoni distorti, echi dei New Order e Human League (ma meno danzerecci) in qua e in là. L’attitudine, nei testi, sembra voler essere a tratti punk, urla e incazzature che spuntano all’improvviso ("Ho rotto il tappo nella bottiglia (e adesso è piena di sughero)").
“L’Anatura”, unico brano strumentale, è quello che funziona di più: una sorta di marcia oscura che meglio incarna l’idea del genere che la band vuole esprimere (new wave, così parrebbe), con i suoi synth anni ’80 in prima linea. Con “Il Prepartenza” si spezza un po’ l’atmosfera creata, il pezzo è ironico, scanzonato e molto giovanile in termine di liriche (“Sei stata per un po’ la mia maestra, ma ho imparato solo a fare sesso con la mano destra”) e ci sta un po’ come il cavolo a merenda. “Trastuzumab” rientra nei binari imboccati inizialmente, a livello di sound, un velo di amarezza nei testi, una lista delle cose di cui i Nostri sono stanchi e di quello che non vogliono, con qualche accenno rock en passant.
Niente di originale nel brano di chiusura, che non presenta elementi che spiccano per originalità. L’ep risulta un po’ acerbo, come se qualcosa non quadrasse. Niente di fastidioso, intendiamoci, ma non scatena certo quella voglia di premere play di nuovo; parte bene, con un sound quanto meno diverso dal solito sentito e risentito, per poi andare calando quasi subito. C’è bisogno di maggiore impegno e di tenere l’asticella più alta per poter suscitare davvero interesse.
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La recensione Carne EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-02-10 00:00:00
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