Buon disco prodotto da Fabio Cinti. Voce impostata e jazz, qualche breve accenno di elettronica.
Salita alla ribalta delle cronache nazionali con la partecipazione ad X Factor 2 prima, e con un ruolo nel musical Hair (regia di Giampiero Solari e Luca Tommassini) dopo, Elisa Rossi è riuscita a crearsi un suo seguito con il primo lavoro in studio “Viola Selise” che vedeva come produttore artistico J.D.Foster (Capossela, Calexico).
La seconda prova discografica della cantautrice “Il Dubbio”, con Fabio Cinti come arrangiatore e produttore (ma anche nelle vesti di cantate nel featuring “Inverno”), nasce dall’esigenza dell’artista di voler sperimentare un nuovo ecosistema musicale, crossover di piccole contaminazioni elettroniche, suoni ispirati alla cultura orientale (“Pensi sia possibile”), accenni ellettro-rock, ovviamente suoni più vicini alla musica classica, senza però perdere un sound pop-acustico e la sua voce di impostazione jazz e begli archi sullo sfondo.
E' sicuramente il dubbio il protagonista dell'album. Esso è quello stato di incertezza, di indecisione, in cui viene a trovarsi l'uomo per la difficoltà di giungere ad un'affermazione conclusiva, alla verità. Tutte le tracce potrebbero definirsi riflessioni ad alta voce della cantate, che non racconta storie, non critica qualcosa o qualcuno, ma descrive stati d’animo, situazioni interiori (rappresenta benissimo il concetto il brano “Il dubbio”, omonimo dell’album). E' cupo, c’è la notte come sfondo, sembra quasi confessarsi alla luna e la luna risponde alle sue parole con la musica, perché a volte l’atmosfera va oltre il verbo (emblematica la canzone “Ho ucciso la notte” dove la voce suadente sembra a tratti quasi duettare con gli archi).
Anche io qualche dubbio l'ho mantenuto sentendo più e più volte l'album. Resta, in definitiva, un album timido, che non ha ancora mostrato del tutto la sua personalità. Ma merità un ascolto.
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La recensione Il dubbio di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-02-05 00:00:00
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