Finché la chiave di lettura di “Canyon on the shelf” sarà quella del ricercato cazzeggio nulla da dire. Country, rock e demenzialità a prezzi di saldo
In questi casi il dilemma, alla fine, è sempre lo stesso: come valutare quei dischi che fanno del variopinto calderone stilistico la propria ragione di vita? Genialità o cialtroneria creativa? O forse la verità sta semplicemente nel mezzo? “Chi può dirlo?”, direbbero Lillo & Greg.
Dunque, preso atto che di Frank Zappa ce n’è stato uno solo (pace all’anima sua), che dire di Marco Da Rold e del suo bizzarro colorificio musicale? Da scaltro one man band qual è il musicista milanese pensa bene di pararsi il culo col più classico degli alibi, quello che fa dell’ironia e della demenzialità il più collaudato strumento d'autoindulgenza. Finché, dunque, la chiave di lettura di “Canyon on the shelf” sarà quella del ricercato cazzeggio – fino a prova contraria – a noi starà bene così e i conti, alla fine, potrebbero anche quadrare.
Salvo “The Archetypes Did Know Each Other” – tribal funky in overdose di ‘70s – e la conclusiva “Strange river” – umbratile ballatona con ricami psichedelici in odor di primi REM – tutto il resto del disco gioca sull’esasperata contaminazione di certo provincial folk americano (forse la fissa attuale del Nostro), talvolta a base di trivialità sparse (i gargarismi rock&roll di “Ice eyes”, gli sciagurati rumorismi vocali nella slide-guitar song “Green painted coat” o il roboante rutto (!) liberatorio che sigilla l’acid-country della title-track) talaltra, invece, a base di piacevoli aromatizzazioni, come accade nella bislacca ”Jeeves the Bull”, una specie di funky acustico che sembra prestato alla voce di Douglas Pierce, nella marcetta a tutto ukulele di “Ali Baba’s camel” o nel semiserio strumentale “Brynner”, condito qua e là da inserti cinematografici.
A Da Rold e al suo disco, quindi, tutta la nostra simpatia, ma a patto che non pretendano, entrambi, di essere presi troppo sul serio.
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La recensione Canyon On The Shelf di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-04-23 00:00:00
COMMENTI (1)
I'm normal and I dig Bert Weedon.