Parte "Mirror Piece" dei Modern Models e, per essere davvero coerente con il mio ascolto, dovrei spegnere il pc e prendere il walkman. L’album, infatti, registrato e autoprodotto nel 2013, è un grande salto indietro negli anni ’80, un concentrato di new wave, più figlia del filone post-punk, più che di quella elettronico. L’onnipresente synth è sostituito dal suono del sax che, in un brano come "If the War", sembra fare l’occhiolino ai fiati degli Ultravox. Lo scenario musicale a cui fanno riferimento, d’altronde, è stato vissuto dal gruppo in primissima persona: la band, originariamente formatasi nell’81, si scioglie dopo soli due anni per poi riunirsi nel 2009 e portare alla luce alcune canzoni del vecchio repertorio, riarrangiate e raccolte in quest’album.
I quattro brani - non registrati in maniera propriamente ortodossa - scorrono un pò a fatica, forse colpa di una voce monotona e di riff ripetitivi e poveri d’incisività. L'unica a risollevare un pò le sorti del lavoro è "Rules": è orecchiabile, ha un suo carattere, tuttavia anche qui gli strumenti non riescono a impastarsi bene tra di loro come dovrebbero.
Questo Ep sembra essere un nostalgico ritorno ai tempi d’oro della new wave. Ci vuole di più, però, per colpire chi ascolta.
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