Un altro deciso passo sulla nuova strada intrapresa dai FBYC
A sorpresa i FBYC mettono in free download due pezzi, e quando il post appare su Facebook, il cuore perde un colpetto. “Angoli” arriva lenta, si struttura prima ritmicamente, poi le chitarre si posizionano e entra Lietti, prima da solo, poi con i cori, e il brano inizia a tirare verso una tensione infinita introdotta dal coro, che risolve andando a svuotarsi completamente su quel “cerchiamoci ovunque”, già condivisa su centinaia di bacheche. Il resto è ripetere circolare e disteso, dieci minuti di trama post-rock suonata guardandosi le scarpe. “Distanze” è per metà mantra, con Lietti che emerge dal coro con un timbro stranamente flautato, poi l’arrangiamento si completa e tira dritto fino alla fine, in un brano formalmente più classico rispetto al primo. E anche questo testo è già manifesto, “dobbiam scordare tutto / dimenticare niente”.
È chiaro da “Come fare a non tornare” che la strada intrapresa dai FBYC è la meno immediata, e “Quassù c’è quasi tutto” è l’EP che lo conferma. Gli appelli furiosi sono un lontano ricordo, sarà l’età adulta, sarà la consapevolezza (“Questa cosa qui o la buttiamo via / o la teniamo rotta”), disco dopo disco, ep dopo ep, seguiamo i passi di un’emotività sempre più raffinata, intima e ragionata. Mettiamoci anche un po’ di mestiere, ché i FBYC non solo gli ultimi arrivati e sanno come parlare al proprio pubblico, ed ecco che con due canzoni mezza Italia ieri pomeriggio ha trattenuto il fiato per un attimo. Di nuovo.
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La recensione Quassù c'è quasi tutto di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-01-13 00:00:00
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