Alla ricerca di una propria autenticità
All’ascolto di un disco tanto spensierato e spontaneo, fatto di melodie tascabili e ironiche, talmente leggere da canticchiarle al semaforo con il finestrino abbassato in una giornata dall’umore allegro, ci si chiede se così fantasiosa leggiadria non finisca per evaporare del tutto, lasciando solo un vago ricordo di sé. Le canzoni dell’album sono freschi bocconcini, capigliature al vento, piccoli scatti di vita che però ricordano qualcosa di inafferrabile ed incorporeo. Piacevolmente avvolgenti, ma poco tatuabili.
La band toscana costruisce linguaggio e musica con onestà intellettuale muovendo alla ricerca di purezza autentica, nitida sobrietà, effetto-divertimento-compiaciuto che trasborda da tappeti umoristici e colorati, in malinconiche visioni. Il repertorio è uno spazio di scanzonata cantautoralità, sonora ghenga di empatica inquietudine. "Carciofo da pinzimonio", "Io sono un introverso", "Ogni cantautore" - solo per citarne alcune – sono tracce dai cui testi è viva la dissacrante ironia verso un mondo poco ospitale e rassicurante; Capossela, Gaetano, Elio e le storie tese, occhieggiano tra le note di "Tranquillo", "Pacman", "Parvenu" fino all’epilogo, con piglio dolce/amaro. Di sicuro buona intuizione di lingua scritta, ma melodie da affinare e incidere sotto la pelle. Da vedere crescere, quasi certi che gli sviluppi futuri non saranno di certo solo fuochi di paglia.
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La recensione Ménage à trois di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-08-08 00:00:00
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