Riccardo Amadei
LA POLVERIERA 2013 - Cantautoriale, Folk, Blues

LA POLVERIERA

Folk elementare ma deciso ed ispirato. Un po' ridondanti le parole, ma un buon disco comunque

Un terrazza romana al Gianicolo, guardare le case da Piazzale Michelangelo a Firenze o puntare alla guglia più alta della Sagrada Familia da Parc Guell a Barcellona; la musica di questo disco ha una forte stabilità sul terreno, ma allo stesso tempo ha la voglia intestina di lanciare lo sguardo il più lontano possibile, osservare dall'altro i movimenti minimi degli abitanti delle grandi città e ripensarli come se accadessero secoli prima.

Con un folk elementare ma deciso ed ispirato, Riccardo Amadei e Les Pastis raccontano luoghi, episodi, personaggi e leggende storiche, saltando a piè pari esperimenti e barocchismi e ricami. Composizioni semplici ma dalla melodia rotonda. un violino sopra una chitarra sopra un contrabbasso sopra una lieve batteria, pochi strati di colore e tinte tenui. Le tracce si susseguono tra domande esistenziali ("Che senso mai avrà") perse nel tempo, un'immaginaria lettera scritta a Frida Kahlo, le storie giornaliere di Montevecchio; ogni tanto si ha l'impressione che la melodia vocale vada un pò per conto suo, ma la capacità di dare forza alle parole impera su tutto il resto.

Echi di Max Gazzè, Concato, e Capossela a pioggia, Riccardo Amadei è un ottimo mestierante della chitarra, l'accompagnamento sempre adeguato e pertinente, le frasi strumentali e i cambi di ritmo sono di assoluta apprezzabilità stilistica, ascoltando distrattamente l'omogeneità del suono traccia per traccia, a tratti dà assuefazione, ma è un difetto per distratti. Due i pezzi degni di menzione speciale: "Le frottole dei marinai" per la riuscita in toto del songwriting, le parole cadono perfette nei punti giusti della musica, tutto assume un quid in più rispetto alle altre canzoni; poi "Blues dell'accidia", per il testo mascalzone, l'atmosfera scura quasi tormentata che si differenzia dal resto del cd, e l'inserimento di una distorsione nella voce urlata, di certo un colpo al cuore dopo sette tracce.

Buon lavoro in generale per Riccardo Amadei e Les Pastis, ben suonato e scritto, forse un pò ridondante nel cercare ostinatamente metafore che rendano i testi originali, a volte l'essere diretti paga di più. Una maggiore eterogeneità nel suono che differenzi lo spessore dei pezzi sarebbe una valore aggiunto ad una già ottima base di partenza. Lunga vita.

Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.