Suggerimento: dimenticate per un attimo la vostra passione per la musica elettrica od elettronica ed immaginate come suonerebbero, per esempio, canzoni pop o metal utilizzando soltanto flauto traverso, fisarmonica e contrabbasso. Mettete poi insieme due musicisti di estrazione folk-rock ed uno di derivazione classica (ma che vanta anche collaborazioni con artisti del calibro di Paolo Conte ed Enrico Ruggeri). Chiudete gli occhi e lasciatevi abbandonare, mentre le note di “Perle” vi allietano l’anima. E’ l’effetto creato dal flauto traverso di Marcello Crocco, dalla fisarmonica di Fabio Martino e dal contrabbasso di Andrea Cavalieri, in questo primo disco di un progetto nato nel 2000 da un’idea dei due Yo Yo Mundi e dal flautista Marcello Crocco. Non a caso, per questo progetto hanno scelto il nome Ensemble di Musiche Possibili, proprio per dimostrare che possono convivere tranquillamente musiche di epoche e di generi diversi, e che per farlo è sufficiente interpretarle in un’ottica comune. Marcello, Fabio ed Andrea ci provano in questo album ed il risultato è soddisfacente.
E’ però necessario ascoltarlo nell’ottica che sta alla base del concepimento, ossia il suonare questi brani dal vivo in posti atipici per un ‘classico’ concerto. Da alcuni anni, il trio girovaga per chiese, gallerie e luoghi d’arte, sinagoghe e grossi saloni per presentare al pubblico le loro versioni super-personalizzate di brani anche distanti anni luce uno dall’altro. Suonati in queste suggestive ambientazioni, per magia, i brani diventano emozionanti, perfetti, malinconici eppure carichi di spensierato divertimento, meditativi o colmi di stimoli danzerecci. L’Ensemble viaggia attraverso il tempo e le tradizioni, trovando un perfetto equilibrio tra la musica da camera e la musica di strada. Ci sono i classici di Bach, la vena malinconica tipica del tango del maestro Astor Piazzolla, la tradizione irlandese, la Danza di Moretti e poi brani di autori quali Hasse, Marais, Pessard. Il viaggio nel tempo arriva quasi ai giorni nostri con due rielaborazioni, anche queste di estrazione stilistica differente: c’è il pop di Sting in “St. Agnes and the burning train” e la ballad metal dei Metallica in “The unforgiven”. In aggiunta, l’Ensemble si cimenta con le composizioni originali: è il caso di “Vom Flageolet”, dove emerge la vena compositiva ed il virtuosismo di Andrea Cavalieri e “Il valzer della neve”, scritta e suonata da Fabio Martino.
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La recensione Perle di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-04-08 00:00:00
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