Arrangiamenti curati e sound impeccabile per la seconda uscita dei piemontesi Arizona dogs. Un buon esempio di cosa propone la band potrebbe essere "Veleno": una ballata d'amore che si apre con un riff di chitarra elettrica dal leggero gain e altrettanto riverbero. Sui ritornelli aumentano intensità e volume. Non manca nemmeno l'assolo di chitarra che incornicia le ritmiche quadrate di basso e batteria. In definitiva: un riassunto del pop rock italiano contemporaneo. "Mele marcie" conferma l'attitudine verso band come Modà e Negramaro, giusto leggermente più aggressivi e tirati, e lo stacco sincopato dell'intermezzo conferma come i quattro investano una cura notevole nei suoni e negli arrangiamenti.
Il disco continua alternando momenti più ritmati ad altri più calmi: si susseguono così "Senza pelle", una languida ballata che evidenzia la voce del frontman dal registro acuto e dal timbro chiaro, poi, "Wild surfer" e il volume si alza ancora, oppure "I destroy your cadillac", praticamente i Placebo più rock. L'atmosfera di "Scivola", trip hop dalle derive distorte, ci dice che la band ci sa fare anche con la sperimentazione ed è proprio lì che dovrebbe indagare. Magari snellendo un pò i testi, ricercando la semplicità e una maturità vocale che, per quanto preparata, non è ancora così personale, critica più che applicabile anche alla musica.
La cura dei dettagli, a partire dal sound fino alla più piccola idea di arrangiamento, resta il punto di forza del disco. C'è ancora da limare, ma la strada potrebbe essere breve. Vedremo.
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