Sei brani che miscelano l'elettronica più recente e il pop più brioso, un sound glam che fa venire voglia di scatenarsi
Dopo l’ascolto di “Selfshot” mi è subito venuta voglia di uscire, andare a prendere un drink e ballare, senza pensieri e senza vergogna, muovermi al ritmo di questo caleidoscopio musicale e lasciare tutti i brutti pensieri confinati in un angolino. Considerando che è solo mattina, è un problema, e allora mi accontento di premere play di nuovo e far partire i beat irresistibili di “Runnin’ with your old legs”, con le sue coloriture glam e i pattern ritmici che si ripetono, stratificandosi a mano a mano di suoni nuovi. Non riesco a stare ferma neppure con “Pink Floyd”, i suoi spettri sonori danzerecci e la ritmica impertinente, brano che ricorda il mordente degli M+A, mentre “Ready to share” sembra fatta apposta per flirtare innocentemente, con il suo sound provocatorio e leggero. “And we ride” (che suona come la rivisitazione, per non dire copia, di “Summertime Sadness” di Lana del Rey) e “Our place” sono invece lo scivolone del disco, i pezzi meno convincenti che potrebbero essere eliminati senza pensarci su, mentre "I want to be silence" è la bonus track delicata, struttura pop delicata e arpeggi gentili.
Alsohide ci delizia con la colonna sonora perfetta di un sabato sera passato a ballare un’electro pop fresca, che sa di mojito e divertimento e adesso che la primavera è arrivata, mi sembra un disco ottimo per prepararsi all’imminente calda stagione. Sei brani che miscelano l’elettronica più recente e il pop più brioso, un’ottima sveglia con il piede giusto.
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La recensione Selfshot di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-03-25 00:00:00
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