Un esordio pop che riesce davvero a catturare l'attenzione.
Devo dire che se a Sanremo ci suonassero artisti come Zucca Veleno bè, comincerei a guardare il Festival per davvero. Dico così perché “Solo in questo stato” è un disco che presenta tanti, tantissimi pezzi che starebbero bene su quel palco, e non lo dico con accezione negativa, però è così (e non a caso il cantautore si è iscritto nel 2011 a Arena Sanremo). La differenza con la stragrande maggioranza dei pezzi che suonano in quel modo è che questi son ben fatti (per davvero), ben studiati (e non nel senso di paraculo), con arrangiamenti curati (sebbene spesso già sentiti) e con testi interessanti ma mai scontati, ricchi di elementi che si discostano da quelli sopracitati.
Prendiamo ad esempio la opener “Zucca Veleno”, (“quando ero bambino pensavo che essere grandi fosse fantastico, ma devo dire che purtroppo mi sbagliavo perché col tempo non si cresce neanche un po’”) con le sue aperture pop e il suo tono cinico ma, allo stesso tempo, scanzonato ed ironico. Oppure la seguente “Solo in questo stato” (o Stato), folk concitato condito da fisarmonica, trombone e violino che guizzano veloci, rendendo il tutto arioso e ampio, così come la dolce ballad “Profilo d’inverno”, che suona molto radiofonica con il piano e la chitarra che vanno a braccetto lentamente. C’è poi spazio per il valzer cadenzato di “Anche se piove”, la più rock “Vorrei invecchiare insieme a te (intorno al minuto 1.30 circa sono sobbalzata un attimo, ché sembra di sentire il timbro vocale di Celentano), la malinconica “30 candeline colorate” e la più elettronica “Nascere stanchi”. Sfido chiunque a trovare un pezzo da definire "brutto” o trascurato nei suoni, non orecchiabile o spiacevole, e credo davvero che questo disco possa piacere anche a chi è avvezzo ad altri tipi di ascolto o che, comunque, nessuno storcerà il naso difronte a questo lavoro. Il pop che si dipana velocemente e abilmente in tutti e dieci i pezzi è infatti leggero e gradevole, vedi la genuina “Climax 3.0” o l’ultima “Non avere paura” e i suoi archi malinconici (sembra di sentire davvero un brano di Renato Zero, ve lo giuro).
Insomma, chi se ne frega se i pezzi sono molto radiofonici, e qualcuno potrebbe osare dire paraculo, questo esordio si è conquistato la mia attenzione, e spero quella di tanti altri, dato che qui tutto sta dove deve stare, senza sbavature o angoli da smussare. Certo, Zucca Veleno potrebbe, in futuro, osare di più, ma per adesso ci siamo e il risultato è davvero soddisfacente.
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La recensione Solo in questo stato di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-05-21 00:00:00
COMMENTI (2)
Disco orecchiabile e ben confezionato...anche se userei l'aggettivo "Sanremese" con accezione negativa.
Infatti fatica ad emergere un'identità artistica ben definita e originale...come accade tipicamente nella sezione "giovani".
Perfettamente daccordo..ottimo disco..