Ep di rock sottotono e poco originale
"#Secondo lavoro" è il secondo (ovviamente) disco di Niccolò Bossini. L'ep non convince già dalle prime note, prendiamo ad esempio la opener "Cosa ti aspetti da me", una dichiarazione di intenti dove il nostro prende una posizione decisa sull'opinione che hanno gli altri riguardo alla sua musica (“se proprio te lo devo dire mi sono proprio rotto di incassare il pregiudizio di chi pensa che io sia volato in alto senza sudare”), accompagnata da riff piuttosto scontati e un rock alquanto moscio. I soliti chitarroni ruvidi proseguono poi per tutto il lavoro, in “Sei dove sei” e le sue melodie sentite e risentite e in “Alcatraz”, con la classica struttura musicale banale e il testo che definire bruttino è quasi un complimento (“era bello cercare i tuoi baci anche se non restituiti, era bello cercare qualcosa”). C'è poi "Laura", velata da un rigolo di malinconia che sparisce però ben presto subito dopo aver ascoltato qualche stralcio di testo ("Tu che ne hai vissute troppe fra successo e bruciature, il sesso sei stata tu in persona") e "Vale per tutto", un brano che sarebbe anche abbastanza energico, se non suonasse uguale a tutti gli altri sopracitati, dove l'unica cosa piacevole sono i fiati che fanno capolino.
C'è poi da dire che questa mancanza di originalità fa anche pensare che Niccolò non si sia impegnato molto e spesso sembra proprio di sentire riff e melodie che ricordano molto Ligabue: Bossini è il suo chitarrista e, senza nemmeno addentrarci nell'ipotesi di possili scelte di comodo, resta evidente che il tutto suona poco personale e decisamente poco ispirato. Questo ep non riesce a trasmettermi emozioni, sensazioni, immagini; lo trovo molto sottotono e scontato, senza barlumi di scintille. Magari la prossima andrà meglio.
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La recensione #Secondolavoro di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-05-30 00:00:00
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