Nell'ormai fitta ragnatela punk diventa sempre più complicato tracciare traiettorie che non siano gia state disegnate e ricalcate, forse per questo è arduo disarmare il proprio pregiudizio quando ci si trova di fronte l'ennesima formazione che dichiara di volersi gettare a testa bassa in questo genere, eppure l'Invasione degli Omini Verdi sembra intenzionata a ritagliarsi il proprio spazio facendosi largo a spintoni, senza badare a smancerie. Nessun tipo di sperimentazione, nessuna ricerca sonora, solo un energico e gustoso guazzabuglio di punk giovanile che nulla concede all'originalità ma che stupisce per la personalità con cui questi quattro ragazzi imbracciano i propri strumenti, sferragliandoli con indole epilettica e ingenuo tripudio.
"Non è un gioco" è un disco che precipita tutto d'un fiato, con dodici brani scaraventati rapidamente uno dietro l'altro, finendo per schiantarsi a velocità folle contro un muro di melodiose distorsioni, sorrette da una ritmica estenuante che scavalca spesso il suono, trascinando con se gli entusiasmi di un punkrock intenso e suonato con il cuore in mano.
L'Invasione degli Omini Verdi ammicca con canzoni piuttosto elementari, dotate di un passo eclettico ma con una linearità d'esecuzione che compatta le note intorno ad uno stile monocorde. L'indole rabbiosa produce composizioni che mirano a colpire il cuore di un pubblico tendenzialmente adolescente, non necessariamente per anagrafe, urlando epiche frustrazioni giovanili, psicosi generazionali e nervose filastrocche.
Armonie vocali e intrecci corali delineano un atteggiamento canoro allineato ed accessibile, che non ama prendersi troppi rischi, ma il risultato è tutt'altro che spiacevole e colpisce per l'immediatezza con cui alcuni brani si stampano in testa al primo ascolto. Vale la pena sottolineare anche la buona attenzione per i testi in italiano, pur con una scrittura che riflette una attitudine giovanilistica che non sempre raggiunge la profondità espressiva necessaria a lasciare un segno importante.
Se a tutto questo aggiungiamo una produzione di livello e una cura meticolosa per l'immagine, resta solo da ribadire che "Non è un gioco" è probabilmente solo l'ennesimo buon disco di punkrock puro, semplice, banale e prevedibile, ma forse per questo quasi perfetto nel suo mondo e consigliato a tutti quelli che sanno sintonizzare il proprio entusiasmo su queste sonorità.
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