“Al margine” è l’ultimo lavoro di Silvio Brambilla, musicista a 360 gradi attivo da anni sulla scena musicale.
È il suo “Magnifico Messere” ad aprire il disco, "promettendo meraviglie e la gente mi ha votato ma per me son come biglie", che ricorda l’atteggiamento di tanti (pseudo)politici che scambiano voti con promesse irrealizzabili. Ironica, allegra, divertente, anche se amara perché così reale.
Dopo l’allegria viene la serietà di “Centro di accoglienza”. Facile intuire il tema, anch’esso troppo spesso all’ordine del giorno nei notiziari italiani. Cantata dalla voce femminile di Eloisa Deriu, sicura e coinvolgente, si scaglia contro chi sulla vita di gente disperata ci continua a mangiare e guadagnare. L’accompagnamento musicale minimale ed essenziale è perfettamente adeguato all’atmosfera angosciante del brano, che si conclude con ritmi quasi tribali.
Poi parte “6 come un re” e sembra di sentire Renato Zero che duetta con Mina su loop elettronici e suoni artificiali. L’esperimento è perfettamente riuscito, anche se in realtà si tratta delle voci di Roberto Miscali e Claudia Tellini. Bellissimo l’arrangiamento musicale per un brano che parla della guerra in ex Jugoslavia vista dagli occhi dei bambini.
“Oltre” è strumentale e sempre su registri elettronici, ma poi presenta un assolo di chitarra che fa invidia al rock più classico e si conclude con la cornamusa di Gabriele Baratto.
“11032011” è il titolo della settima traccia, oltre che una data importante per Silvio e, in qualche modo, per il mondo intero. È un omaggio alle vittime del terremoto in Giappone dell’11 marzo 2011. Poche parole, bisogna ascoltarla in silenzio.
In “YSC” domina ancora un tema drammatico: la scomparsa di Yung Soon Chiara Capanni, amica, collega e “sorella acquisita” di Silvio Brambilla, pianista coreana con la quale ha collaborato al Maggio Musicale Fiorentino. Un ricordo e un omaggio per tenere unito ciò che il destino ha diviso.
Insomma il disco è ricco di collaborazioni, aiuti, proposte, mai invadenti e sempre ben studiate. Silvio Brambilla fa un sacco di cose: ci mette la voce, i synth, le tastiere, le percussioni e, soprattutto, il progetto, che però non sarebbe potuto riuscire così bene senza l’aiuto di tanti altri musicisti. Non è un disco semplice e diretto che arriva subito ed è per questo che non può che rimanere “al margine”, fuori dalle logiche di mercato tradizionali, sia dal punto di vista musicale che da quello tematico.
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