I La Crus sostengono che “Ogni cosa che vedo”, 4° disco di inediti della loro carriera, sia un lavoro ritmicamente molto ‘up’. Potrebbe anche essere, ma le 13 canzoni in esso contenute fanno tornare in mente le atmosfere di “Dentro me”, forse l’album che proprio per atmosfere e sonorità (ma anche, secondo il parere del sottoscritto, per qualità media delle canzoni) ci sembra più vicino a quest’ultima produzione.
Joe e Cesare, infatti, ci appaiono particolarmente ispirati e, nuovanente, vicini all’idea di canzone a cui da sempre il gruppo ci aveva abituato. Peccato che “L’urlo” sia l’ennesimo tentativo di piazzare un singolo tipo “Un giorno in più (insieme a te)”, non ottenendo comunque risultati entusiasmanti; che invece arrivano con le tracce più ‘classiche’ come l’opener “Voglio avere di più” e la successiva “Giacca nuova” (dove, in entrambi gli episodi - ma più in generale in molte altre occasioni - Malfatti si porta dietro un po’ di Dining Rooms), come anche in “Come una nube”, “Non dormire” e “Sembra un sogno”.
Ci sono poi momenti a tratti eccessivamente pop (“Se”, “Prima che la notte”, “Milano estate 2002”), ma non crediamo sia il caso di discutere fin troppo su un insieme di canzoni dall’indubbio valore artistico; anche perché all’ascolto di tracce come “La nevrosi” e “Ad occhi chiusi” (in cui compare Cristina Donà, stavolta per un vero duetto) i La Crus dimostrano di saper essere ancora i migliori nel riuscire a ricreare certe sonorità (per la serie: il caro, vecchio trip-hop alla Portishead).
In definitiva un album che riporta la band milanese ai fasti dei primordi, consigliatissimo soprattutto ai fan della ‘prima ora’. Gli altri, comunque, crediamo apprezzeranno non poco.
---
La recensione Ogni cosa che vedo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-04-14 00:00:00
COMMENTI