Punk rock melodico un po' emo. Una band che cerca ancora una propria personalità
Punk rock melodico alla Green Day, chitarre spianate, basso frenetico e batteria a cannone. Per gli amanti del genere può rivelarsi un buon disco. Il lavoro ha già sette anni di vita e si sentono (oltre a farci domandare perchè volere una recensione oggi). I brani hanno linee di arrangiamento e cantato metodiche (“Boring”), dove le uniche “devianze” stanno in qualche coro che si intreccia con la voce principale (come in “Faith”) e in alcune strofe interpretate al megafono. Il risultato è particolarmente piatto e anche la voce, sempre precisa, pulita e intonata, risulta quasi fredda (“Overturned”). In questa uniformità di sound spiccano “Incomprehensible”, che ha una grinta e un piglio notevoli, e “Song for L”, una ballata acustica, bella e delicata.
Da un lato con questo album i modenesi Nasty Laugh vogliono proporre un punk in stile californiano, dall'altro sono naturalmente portati a dare peso a testi, anche impegnati, e finiscono per produrre un punk che definirei “emo” (“Derrik”, "Hurt"). Nel disco la band sembra ancora alla ricerca di un'identità precisa: bisognerebbe aggiungere un po' di sana imprevedibilità, in un genere come il punk, sempre uguale a se stesso da quarant'anni, diventa quasi una scelta obbligata.
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La recensione Punkrock Backyard EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-09-09 00:00:00
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