Sesto album solista per Giancarlo Frigieri, tra piccole frasi esatte e parole scandite, il racconto e la partecipazione.
Il distacco è necessario quanto l’essere coinvolti. L’importante è la misura, l’approccio bilanciato tra il racconto e la partecipazione: raccontare senza sentenze e partecipare confondendosi bene. Frigieri mi piace, mi piacciono le parole scandite, ché ascolti le canzoni per sentire cosa c’è dentro, cosa c’è di vero che sia vero anche per te, mi piace quella erre che abitualmente non sopporto ma qui non ci fai quasi caso, ché la porta con distacco: ecco, il distacco, celebrato in questo album con testi belli, con fatti narrati da punti di vista posti lontano o in basso e per questo, in fondo, universali. Dalla morte di Kurt Cobain che apre il disco in “Taglialegna” e la frase “E tutti quegli slogan bellicosi sulle t-shirt dei gruppi americani non sanno spaventare più neanche i nostri figli, ora ci fanno da pigiami” che mi fa sorridere e mi ricorda le notti passate con la maglietta dei Nirvana dove campeggiava una parolaccia in inglese e che mia madre, che l’inglese lo insegnava, trovava decisamente fuori luogo. L’età che passa e non vogliamo accorgercene e l’assalto del tempo ai nostri desideri immaturi di “Fotografie” che recita “Ti troverai a dire l’altro giorno intendendo più di un anno fa”, con l’armonica in primo piano, e la title track che parla d’amore che si scioglie, di una fine e del distacco che qui davvero diventa necessario, essenziale, assoluto.
Le parole catturano, arraffano, conquistano, ma sotto scorre la musica che è chitarra sostenuta dal resto, che è combat rock cantautorale (“Gorizia”), è incursione di fiati come il sassofono di “Il Fruttivendolo con la Maglietta dei Metallica” (titolo fantastico), ed è pure ballata da classico canzoniere italiano (prendi “Neve”, come anche “Terra”): non manca il brano strumentale, “Strisce Pedonali”, il caos e poi la quiete, più attendente che tranquilla, e una deriva psichedelica.
Registrato da Andrea Sologni (Gazebo Penguins) nel suo Igloo Factory, “Distacco” è un piacevole passaggio tra le idee di Giancarlo Frigieri, tra le sue piccole frasi esatte e le parole scandite, tra il racconto e la partecipazione, nel mezzo, lì, dove tutto diventa, poco di più o poco di meno, il punto di vista che possiedi anche tu.
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La recensione Distacco di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-05-09 00:00:00
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