Un disco altalenante, tra Dimartino e Massimo Volume
La Madonna di MezzaStrada torna in pista con “Lebenswelt (Il mondo della vita)” e il risultato è altalenante. Bene il brano iniziale, un rock d’impatto che scorre veloce come una fuga spericolata dalle storture della quotidianità. Male “Mosche”, melò che suona vecchio soprattutto per una vocalità ingessata che cerca il sentimento ma trova la solita solfa. Così così “Basta pensare”, una filippica dozzinale contro tutti e tutto, dai blog ai cellulari touch screen, manco fossimo nel 2007. Molto bene “Tunisia”, una splendida ballata di classe e sostanza, a metà tra Massimo Volume e Slint. Roba che mostra una band finalmente tirata a lucido. C’è anche qualcosa di Dimartino, specie nell’intonazione della voce che tende alla teatralità in maniera anche piuttosto sfrontata: il gioco riesce discretamente bene nella psichedelica “Nostalgia”.
Alla fine il cd va un po' a singhiozzo, con del buono e del meno buono in egual misura. Un problema de La Madonna di MezzaStrada è il voler mirare troppo in alto: “Una musica che non sia puro intrattenimento e divertimento, una musica che getti nell'angoscia e che risvegli dal torpore gli ascoltatori, il tutto condito con la speranza della rinascita di un nuovo pensiero indipendente”, si legge nella presentazione. Certi toni non li userebbe nemmeno Bob Dylan, quindi forse è il caso di prendersi meno sul serio. Un altro difetto è la lunghezza. Tre quarti d’ora sono troppi nel 2014. L’album a tutti i costi non è un diritto costituzionale. Perché non optare per un ep nel quale concentrare il meglio del meglio? Sarà per un'altra occasione.
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La recensione Lebenswelt (il mondo della vita) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-06-27 00:00:00
COMMENTI (10)
il tuo discorso è di buon senso laddove si applichi nei casi specifici: un conto è dire che in alcuni album lunghi sono presenti brani deboli la cui assenza avrebbe giovato più della loro presenza, altro è dire che questa sia la regola. "Skellington" di Julian cope dura circa 30 minuti, mentre "peggy suicide" è quasi un doppio album, ma entrambi sono validissimi. Quello che vale per alcuni non vale per altri, ne converrai con me. Siamo nel campo del soggettivo(come le nostre posizioni stanno a dimostrare:-) e ricordarselo quando si esprime un giudizio è cosa buona , a maggior ragione se la tua opinione ha il peso di una recensione.Va da se che se un album non ti piace lo devi dire, ma proprio perchè quell album, nel bene o nel male, è frutto di scelte e sacrifici di chi lo ha prodotto, dovresti argomentare in maniera più approfondita il tuo pensiero che, altrimenti, rimane giusto un pensiero. Diciamo che la tua recensione ha proposto piu domande(a te) che risposte(per la band) e, nell'ottica di un gruppo che cerca di capire che strada percorrere, è un occasione persa.Poi, probabilmente io nelle recensioni cerco qualcosa di differente da quello che cerchi tu nei dischi che recensisci. Ma come dici tu, ci sta che sia cosi.
P.S
Prima che tu te lo chieda, io non sono ne parente ne conoscente di alcun membro bella band in questione e loro possono confermare, ma visto che seguo rockit da anni trovo giusto e costruttivo segnalare qualcosa che mi sembra stonato, come in questo caso. Accettare che la verità non esiste, aiuta a costruirsene una propria:-)
Ciao.
Max
L''eccesso di offerta non è una questione di fretta del recensore, come hai ingenerosamente scritto :-) Semplicemente oggi tutti fanno dischi e a volte si tende a mettere dentro brani validi e meno validi pur di arrivare al traguardo dell'album. E questo va a scapito della qualità, che tendenzialmente cala laddove l'offerta aumenta. È un po' il discorso delle edizioni deluxe dei grandi dischi: quasi sempre contengono fuffa. Tutto qua. Mi sembra buonsenso, non superficialità. Ma la pensiamo in modo diverso e ci sta che sia così.
Ciao
Manfredi
Quello che sinceramente trovo limitante(per un recensore) è pensare che esista una regola (in questo caso la durata)che, una volta applicata, ti faccia fare un bel disco. Se cosi fosse, la ricetta sarebbe facilmente eseguibile da chiunque pensi di fare un album e ci sarebbero solo capolavori. Come gia detto, esistono album corti terribili, come altri lunghi splendidi, ma entrambi lo sono a prescindere dalla loro lunghezza. L'eccessiva durata è un difetto la dove la musica non è buona e non viceversa. Non so come tu ti approcci alla musica, ma io(tutti) lo faccio senza l'obbligo di passare velocemente al successivo perchè devo fare una nuova recensione(e quindi se dura poco ne faccio di piu).Non è che se l'offerta è maggiore allora il tempo di ascolto diminuisce. Lo è forse per chi fa il tuo lavoro, ma renderti il lavoro piu rapido non è lo scopo del fare musica. Il fatto che ci sia piu offeta musicale oggi che nel 76 è la dimostrazione che quantità e qualità non sono minimamente correlate.
Poi, definire "lungo" un album che dura 45 minuti onestamente mi lascia un po perplesso; un disco dei sigur ros o dei nine inch nails lo ascolti in tre giorni. Comunque, non voglio fare polemica, sia chiaro, non ti sto parlando come se io avessi ragione e tu torto(il fatto che io lo pensi non significa che sia cosi), ma semplicemente ho trovato superficiale ergere a sistema un particolare(la lunghezza) che è parte dell'opera e non l'opera stessa.La musica deve sorprendere, e per ogni album/gruppo valgono sensazioni che non valgono per altri.cosi la vedo io.
saluti
La durata può incidere sulla qualità del disco. Se hai canzoni belle e canzoni meno belle, mettere solo quelle belle migliora la qualità del disco. E oggi, con un'offerta musicale che è dieci volte più numerosa di quella del 1976, il mio consiglio è il modello Burial: più qualità meno quantità. A meno che tu non faccia un disco come quello dei The Knife, lunghissimo e bellissimo. Ma devi avere delle canzoni superiori.
Sul resto non commento.
alla prossima
Siamo tutti un po stufi di gruppi che si credono i Rolling Stones come di Critici che ,con superficialità, si arrogano il diritto di dare giudizi soggettivi come fossero "la verità".Tutti pensano di capirne piu di chiunque altro ed è per questo che, spesso, non capiamo un cazzo. Quindi, un po di umiltà nell'accettare le critiche(recensioni) aiuta a migliorare ed a capire la distanza tra quello che si vuole trasmettere e cio che viene percepito; cosi come valutare bene cosa si sta scrivendo aiuta il critico ad allontanarsi dalla superficialità, il male peggiore e piu diffuso, assieme all'arroganza, per la categoria. Nello specifico, il disco è un buon punto di partenza per continuare e capire quale direzione seguire nel futuro, visto che ha piu pregi che difetti ma, tra gli ultimi il piu evidente è la mancanza di una visione d'insieme, almeno a parer mio.La mia valutazione è, comunque, positiva. La recensione, pecca di pregiudizio, quello che chi l'ha fatta si è creato leggendo le dichiarazioni dei componenti e che ne ha ,appunto, pregiudicato l'ascolto; distinguere l'opera dall'artista è la prima cosa che si dovrebbe fare dato che è l'opera,in questo caso l'album, che conta e non la personalità di chi l'ha prodotta(Picasso non era uno stinco di santo eppure.....) . Poi, dire che la lunghezza di un album ne definisca la bontà è, lasciatelo dire, una megacazzata, nel 2014 come nel 1976!!!!!!L'album della dark orchestra italiana è bellissimo e corto tanto quanto quello di Paletti che, per me, non lo è altrettanto. Se parti dal presupposto che le canzoni debbano durare tot, e che gli album debbano durare tot, scusa ma puoi recensire solo il punk ed è un (grosso) problema tuo. L'album a tutti i costi non è un obbligo, ma nemmeno la recensione se non si ha qualcosa di interessante da dire.Per entrambi, andrà meglio alla prossima.
nessuna polemica, figurati.
ciao
Manfredi
Ti ringrazio per la puntuale risposta. I nostri toni non esistono, esiste una semplice dichiarazione d'intenti,neppur troppo eclatante e il paragone con Bob Dylan, è ovviamente una forzatura inutile! Non volevo aprire una polemica, è che per me così chiaro non è; ciao
Ovviamente nessuno ha contestato le vostre motivazioni, come è palese dalla recensione. Semmai i vostri toni. Certe frasi (quelle citate) nemmeno un gigante come Bob Dylan (uno che davvero "risveglia gli ascoltatori dal torpore") si sognerebbe di dirle. E se tu mi presenti il disco in un certo modo, io sono autorizzato a criticare (anche) il modo in cui tu me lo presenti. Mi sembra che tutto fosse talmente chiaro che non meritava un'ulteriore spiegazione, ma tanté.
La durata del lavoro è parte integrante della recensione di un disco, perché la durata può incidere sulla qualità del lavoro. Come nel vostro caso. E come è stato molto chiaramente spiegato nella recensione.
saluti
Gentile Manfredi,mi chiamo Damun e suono con la Madonna di Mezzastrada. Ho letto con attenzione la tua recensione e ti ringrazio per aver dedicato tempo all'ascolto del nostro disco. Naturalmente non ho niente da dire in merito alle considerazioni musicali e tecniche che hai espresso,che quando sono ben argomentate,non possono che essere utili e costruttive per noi.
Poi però sei scivolato in un paio di "opinioni" a mio avviso "buttate un po' là": totalmente gratuite.
Affermiamo semplicemente di non voler fare musica d'intrattenimento : e questo tu lo consideri puntare troppo in alto? Vuoi dirci tu,cortesemente, i motivi per cui dovremmo suonare?
"Certi toni non li userebbe nemmeno Bob Dylan" è un'altra cosa così,buttata là.Cosa c'entra Bob Dylan? E' un processo alle intenzioni o la recensione del nostro prodotto musicale?
Dici che un altro difetto è la lunghezza.Così, senza argomentare. Perchè "non va di moda",mi pare di capire,nel 2014, fare un disco di "ben 45 minuti"(addirittura!).Forse hai delle ragioni, ma non le hai espresse bene e l'hai fatto con un pizzico di superficialità,almeno nella seconda parte della recensione.Sarà per un altra occasione, sì.
PS: la canzone che chiami "Basta Pensare" in realtà si chiama "Vietato Pensare"
Le intenzioni sottese al lavoro non dovrebbero essere affar di nessuno al di fuori del gruppo.