L'EP d'esordio dei Pozdam fonde new wave, post-punk e hardcore
Ascoltando il primo Ep dei Pozdam, "Live Fast Die Often", è bastato poco per accorgersi che tra le maggiori influenze della band friulana c'è quella new wave degli anni '80 che oggi ritorna spesso in tutte le salse. L'album autoprodotto vuole però andare un po' oltre la tendenza di imitare band storiche come Joy Division o Cure.
L'EP è immediato, le 8 tracce sono piuttosto brevi, ma manca di varietà per quanto riguarda gli arrangiamenti e le melodie. L'idea alla base di tutte le canzoni è abbastanza chiara sin dalle prime tracce: la new wave che a volte si mischia con un suono prettamente post-punk. Basso sempre in primo piano e batteria che lo segue a ruota con lo sfogo del doppio pedale, una voce forte e che troppe volte sfocia nell'urlo. Insomma, la grinta non manca ai Pozdam, ma nell'insieme rischiano di sfociare in un caos di generi sovrapposti senza un preciso filo conduttore melodico. In tal senso fanno eccezione "How to suffer" e " Auxarm", forse le meglio riuscite del lotto.
Si può dire che questo non sia un cattivo esordio, hanno ancora molta strada da fare e devono cercare una produzione migliore.
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La recensione Live Fast Die Often di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-03-28 00:00:00
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