British blues, pop e folk psichedelico per un giovane veterano in costante crescita
In attività dal 2006, prima come solista e poi affiancato dei The Fuckers, The Soul Sailor (al secolo Simonfrancesco Di Rupo) è un artista perugino col pallino degli anni Sessanta, abbracciati nella loro interezza, come ben testimonia questo suo sesto (!) disco: ci si trova un po' di british blues ("Sad but true"), un po' di pop abbeyroadiano ("She came to me singing La la la"), revolveriano ("Weak weak") e psichedelico ("Sunny"), e un po' di folk rock piuttosto (piuttosto piuttosto) debitore a Traffic e Zeppelin, nella conclusiva "Democracy is just an old illusion".
Che è l'unico passo falso (ma forse neanche tanto, se ci si lascia trasportare dalla lunga jam che conclude il brano) di un album che ha dalla sua non solo la grande varietà, ma anche una composizione ormai sicura e definita, paragonata alle prove precedenti di Soul Sailor. Ed è sintomatico che i due brani migliori di "Multicolour brain!" siano quelli meno legati direttamente ai Sixties, anche se si inseriscono nel solco di artisti che li hanno reinterpretati a loro modo: "Don't give up", per cominciare, è un pezzo deliziosamente smooth che non sfigurerebbe affatto in uno dei primi dischi del Paul Weller solista (dichiaratamente tra i musicisti preferiti da Simonfrancesco), subito dopo gli Style Council; e soprattutto il trasognato ma incalzante brit-pop di "Living in a ballroom scene", che ha una struttura e uno di quei ritornelli che davvero possono spostare il giudizio di un disco da "non male" a "però!". E lasciarti con quell'impressione che, col prossimo lavoro, The Soul Sailor possa crescere ulteriormente, e lasciare tutti di stucco.
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La recensione Multicolour Brain! di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-03-12 00:00:00
COMMENTI (2)
Recensione molto competente e con il giusto retroterra culturale, grazie.
Bel disco. A tratti ci sento anche qualcosa dei Primal Scream...