The White Party Chaos is the future 2003 - Funk, Blues, Rockabilly

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Non c’è che dire: questi White Party sanno far muovere il piedino! Il quartetto emiliano, infatti, lavora su classicissimi standard di blues swingato e funk molto 70’s. Nulla di nuovo, dunque, tanto che credo di averne sentiti già a centinaia di gruppi simili esibirsi nei piccoli club in cui universitari in libera uscita si ritrovano per una serata.

Un esercizio di stile ben riuscito, su questo non ci sono dubbi, ma ahimè talmente derivativo da sconfinare addirittura in una ipotetica cover ricavata da frammenti di questo e di quello. Anche se, paradossalmente le cose all’interno di questo breve demo, migliorano gradualmente. “Cosmic blues”, ad esempio, è decisamente insipida ed appesantita da pacchianerie evitabili (come quell’assolaccio sul finire del pezzo dal sapore metal-esibition). Già si migliora con “Channel #679”, supportata da pomposi - ma straordinariamente azzeccati! - arrangiamenti di fiati, oltre ad una cadenza di fronte alla quale direi quasi impossibile non rimanere coinvolti (decisamente il pezzo più bello dei tre, non c’è che dire).

“Mary Jane” parte bene, con un ingresso di batteria rockabilly, ma con i fiati che questa volta sono cacciati dentro un po’ a forza e con l’evoluzione del brano che (salvo i coretti un po’ demenziali, ma apprezzabili) si scioglie piano piano in un blues energico, ma decisamente banalotto.

Dal vivo forse mi divertirei molto a vedere suonare questi quattro, ma se si vuole parlare di creatività, temo non ci sia molto scampo per loro, nonostante le indiscutibili capacità di costruzione a tavolino di pezzi all’apparenza tutt’altro che facili.

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La recensione Chaos is the future di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-04-22 00:00:00

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