Onore al merito di Big Fish che pesca a piene mani nel sottobosco elettronico italiano per cavarci fuori qualcosa che se fossimo a Baltimora ciao invece siamo in Italia quindi sai già che ce la ascoltiamo tra di noi ma va bene così, c'est la vie. Per sottobosco elettronico qui si intende un suono che di underground avrebbe ben poco perché è invece pensato per arrivarti mani in faccia punto e stop. Lo puoi rubricare sotto il nome di trap ma dentro in realtà ci trovi di tutto: c'è l'hoover sound dello zio Golden Toyz, c'è la moombahton del capo Aquadrop che quando fa un genere ne fa sempre almeno tre insieme (e sempre al top), ci sono i pugliesi Retrohandz che vanno dritti sui Major Lazer (ne parleremo più avanti, occhio), c'è il padrone di casa che dopo aver segnato l'hip hop della mia gioventù va dritto sul lato emotivo della faccenda post-dubstep. E via andare di questo passo con nomi noti della (passatemi il termine) scena come Ckrono & Slesh e homini novi da tenere sotto orecchio come Nobel, FuckowfSky, Rob Roy (bello il suo contributo purple sound), Tashkent (dritto sulla UK garage con stab di prammatica e bella voce soul portata da Fei). Si fa prima a dire che cosa non sia rappresentato qui in quanto a continuum hardcore e no, per citare il buon Kode 9 (era lui, giusto?), ma bisogna assegnare necessariamente la palma della vittoria (a pari merito con “Favelas” di Aquadrop e The Golden Toyz) alla combo Big Fish e Caneda, un take hardcore che sembra di stare in un livello di Mortal Kombat o in un disco di Digital Boy messo in un dj set da Diplo (tutti insieme: «l'euro che ho lanciato su non è ancora tornato giù»). Ricordatevelo: se è ad un volume troppo alto, è perché siete troppo vecchi.
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