Il new-metal italiano cresce, prende coscienza dei suoi mezzi e non scopiazzando nessun gruppo estero da’ alla luce produzioni in grado di far sperar bene per il futuro. Le premesse erano state gettate già da tempo grazie ai Linea 77, quasi i primi a riuscire a far arrivare una nostra produzione oltre i confini nazionali. Perciò ‘crossover’ è la parola che mi viene in mente per descrivere il cd dei Three Days Rain, un miscuglio di suoni ben strutturati sulla chitarra di Daniele, che grazie ad inserimenti tipicamente new metal da alle canzoni una marcia in più, coadiuvato da una ottima sezione ritmica in grado di reggere tempi veloci alla System Of A Down alternandoli a momenti più melodici (nel senso deftonsiano del termine). “Killer 238”, “Spitass” o “Democracy” sono canzoni che dimostrano che il gruppo aostano possiede tutte le carte in regole per fare il cosiddetto salto di qualità. Mi limito a consigliare di insistere maggiormente sull’impatto, non cercando a tutti i costi momenti più lenti che snaturano la canzone. Ma per ora mi sembra chiedere troppo.
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La recensione 2000/2002 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-04-24 00:00:00
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