Debutto discografico per la formazione all-star torinese: una travolgente serie di cover con una soulness invidiabile
Nata come resident band delle serate Gran Varietà della Soulful Torino - una delle crew di soul più attive della Penisola - la Soulful Orchestra è in realtà una formazione all-star che annovera tra le sue fila musicisti come Naska degli Statuto, Steve Colosimo degli Africa Unite, Cato Senatore, Paolo Parpaglione ed Enrico Allavena dei Bluebeaters, dei quali recentemente è entrata a far parte anche la lead singer della Soulful, Lady Maya.
E' proprio lei, con la sua potenza vocale e il suo carisma, a trascinare l'ascoltatore in mezzo ai tredici brani che compongono questo esordio discografico del combo torinese: una serie di reinterpretazioni che, oltre ad essere una più riuscita dell'altra (a livello di tiro, di arrangiamento, di suono), si segnalano anche per l'originalità con cui sono state scelte.
Così, tra gli highlight indiscussi del disco, accanto a qualche classicone soul/r&b come "I put a spell on you", "Bring it on home to me" e una devastante rilettura di "I'm a good woman", trovi un Jimmy Cliff northernizzato ("Let your yeah be yeah") un Little Tony dei tempi di "Cuore matto" ("Questo mondo non mi va") e un Massimo Ranieri altrettanto d'annata ("Se bruciasse la città"), a cui l'interpretazione di Lady Maya dona una travolgente soulness.
La migliore espressione di un progetto affiatatissimo che nasce pensato appositamente per la pista da ballo e nondimeno riesce, senza mai perdere per un attimo la propria coerenza e il proprio groove, a compiere equilibrismi stilistici che per i nove decimi delle formazioni (anche specializzate in ambito black) sarebbero proibitivi. Ovviamente, il consiglio spassionato è andare a vedere la Soulful Orchestra dal vivo quanto prima. E portarsi un paio di scarpe a suola liscia, e magari un po' di borotalco. Praticamente impossibile che rimangano inutilizzati.
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La recensione A mood so di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-04-10 00:00:00
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