Facciamo il gioco delle associazioni. Parola di partenza: Libertà. Facile: vacanza domenica mare blu dipinto di blu cielo viaggio musica cambiamento estate gioco volo immaginazione pazzia... Facciamo un altro giro. Parola di partenza: Ex-Otago. Facile di nuovo: vacanza domenica mare blu dipinto di blu cielo viaggio musica cambiamento estate gioco volo immaginazione pazzia...
Sì, gli Ex-Otago per me sono uno di quei gruppi che significano libertà: libertà loro di fare quello che gli pare e di suonare come se la vita fosse una lunga vacanza e chi se ne frega di tutto ciò che non è musica, divertimento e viaggio, libertà mia di stamparmi un sorriso in faccia e andare in giro per casa sculettando come se fossi su una spiaggia sudamericana e sfanculare tutti gli impegni e i brutti pensieri per il tempo che va dalla prima nota del disco all'ultima. E cioè dalle gioie della domenica mattina cantate con voce e ritmo appropriatamente rilassati in “Amico bianco” agli aneliti di fuga dalla routine della saltellante “L'appuntamento”, all'inquietudine più oscura, quasi malata, incastrata nel ritmo ossessivo e nei sospiri di “L'età della spesa”. Dal tempo di valzer che accompagna la traversata incontro al “Nuovo mondo” a quello ultrapop che gonfia le vele di “Foglie al vento”, racconto di un altro viaggio bellissimo, quello che chiamiamo amore. E poi è ancora viaggio: alla ricerca della felicità – che puoi trovare “in una soffitta o sotto una scarpa” - nella solare “Chi l'ha dura l'avventura”; nella vita di un uomo “troppo buono” nel folk malinconico di “La ballata di Mentino”; all'inseguimento di una carezza del sole nella morbida “Giovane estate”. E c'è il viaggio bramato da “Gian Antonio”, ancorato alla terra da radici crudeli - “Sono stufo di viaggiare restando fermo, ho la luna a pochi metri e non la posso accarezzare, mi sento di morire”.
E se, sul parlato di “Il ballo di Nicola”, si fa sentire la mancanza del rap di Pernazza, è una nostalgia che, diciamo la verità, dura poco, perché poi si riparte alla grande con “La tramontana”, così implacabilmente canticchiabile che è davvero capace di “scacciare via tutti i ricordi amari, scacciare via i papa-boys e gli industriali, scacciare via la mia ignoranza e la tua stanchezza”, e si arriva alla fine con la lista – anche questa di un gusto pop che non dà scampo – delle “Cose da fare”, fra le quali, ovviamente, c'è “partir domani per il mondo”.
Conosco un tipo a cui dovrei far ascoltare gli Ex-Otago: è uno convinto che se vuoi essere colto non ti è permesso divertirti, e che fare vacanze intelligenti significhi vedere musei, musei e musei. Ecco, io gli farei ascoltare “In capo al mondo”, forse gli verrebbe almeno il dubbio che si possa essere intelligenti e divertirsi anche, e viaggiare con gli occhi aperti e vedere cose belle (e pure cose brutte) e reali, e sorridere e pensare, e imparare, e rilassarsi e cazzeggiare, “cantare in una stazione, offrire un vino a un mascalzone”. Tutto si può fare, anzi si deve, che “il tempo scorre in fretta nel fiume della vita e finisce in mare”.
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