Ex-Otago
In capo al mondo 2013 - Pop

In capo al mondo

Manca il "rap", c'è forse meno pazzia, ma non mancano le canzoni capaci, con poco, di portarti in capo al mondo.

Facciamo il gioco delle associazioni. Parola di partenza: Libertà. Facile: vacanza domenica mare blu dipinto di blu cielo viaggio musica cambiamento estate gioco volo immaginazione pazzia... Facciamo un altro giro. Parola di partenza: Ex-Otago. Facile di nuovo: vacanza domenica mare blu dipinto di blu cielo viaggio musica cambiamento estate gioco volo immaginazione pazzia...

Sì, gli Ex-Otago per me sono uno di quei gruppi che significano libertà: libertà loro di fare quello che gli pare e di suonare come se la vita fosse una lunga vacanza e chi se ne frega di tutto ciò che non è musica, divertimento e viaggio, libertà mia di stamparmi un sorriso in faccia e andare in giro per casa sculettando come se fossi su una spiaggia sudamericana e sfanculare tutti gli impegni e i brutti pensieri per il tempo che va dalla prima nota del disco all'ultima. E cioè dalle gioie della domenica mattina cantate con voce e ritmo appropriatamente rilassati in “Amico bianco” agli aneliti di fuga dalla routine della saltellante “L'appuntamento”, all'inquietudine più oscura, quasi malata, incastrata nel ritmo ossessivo e nei sospiri di “L'età della spesa”. Dal tempo di valzer che accompagna la traversata incontro al “Nuovo mondo” a quello ultrapop che gonfia le vele di “Foglie al vento”, racconto di un altro viaggio bellissimo, quello che chiamiamo amore. E poi è ancora viaggio: alla ricerca della felicità – che puoi trovare “in una soffitta o sotto una scarpa” - nella solare “Chi l'ha dura l'avventura”; nella vita di un uomo “troppo buono” nel folk malinconico di “La ballata di Mentino”; all'inseguimento di una carezza del sole nella morbida “Giovane estate”. E c'è il viaggio bramato da “Gian Antonio”, ancorato alla terra da radici crudeli - “Sono stufo di viaggiare restando fermo, ho la luna a pochi metri e non la posso accarezzare, mi sento di morire”.

E se, sul parlato di “Il ballo di Nicola”, si fa sentire la mancanza del rap di Pernazza, è una nostalgia che, diciamo la verità, dura poco, perché poi si riparte alla grande con “La tramontana”, così implacabilmente canticchiabile che è davvero capace di “scacciare via tutti i ricordi amari, scacciare via i papa-boys e gli industriali, scacciare via la mia ignoranza e la tua stanchezza”, e si arriva alla fine con la lista – anche questa di un gusto pop che non dà scampo – delle “Cose da fare”, fra le quali, ovviamente, c'è “partir domani per il mondo”.

Conosco un tipo a cui dovrei far ascoltare gli Ex-Otago: è uno convinto che se vuoi essere colto non ti è permesso divertirti, e che fare vacanze intelligenti significhi vedere musei, musei e musei. Ecco, io gli farei ascoltare “In capo al mondo”, forse gli verrebbe almeno il dubbio che si possa essere intelligenti e divertirsi anche, e viaggiare con gli occhi aperti e vedere cose belle (e pure cose brutte) e reali, e sorridere e pensare, e imparare, e rilassarsi e cazzeggiare, “cantare in una stazione, offrire un vino a un mascalzone”. Tutto si può fare, anzi si deve, che “il tempo scorre in fretta nel fiume della vita e finisce in mare”.

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