Non mi soffermo a dire quali siano le influenze o a parlare di come sia nato questo lavoro e di chi abbia avuto la brillante idea. Certo l’unione di Michele Anelli con i Chemako ha portato ad un bellissimo risultato, ad una produzione senza dubbio eccellente. Ma il punto questa volta è un altro: mi ha emozionato, sul serio, mi ha toccato nel profondo. Non credo sia una coincidenza il fatto che l’abbia ascoltato proprio ora che sto per intraprendere un lungo viaggio ed un nuovo cammino.
È proprio di questo che Michele parla, del cammino che tutti i giorni si affronta, dalla mattina quando ci alziamo dal letto alla sera quando ci ritorniamo, dei sacrifici e del sudore che lasciamo per strada, dei sorrisi e delle lacrime di chi incontriamo. Ci dimostra e ci fa ricordare quanto coraggio possiamo avere (“innamorarsi del futuro vuol dire rischiare qualcosa” da “La scelta di Bianca”), anche nelle piccole cose, di quanto possiamo camminare a testa alta e di quanto tutti noi e tutte le nostre storie siano importanti, anche se si tratta di ricerche e di scelte agli occhi degli altri difficili da comprendere. Nel suo album si parla di noi, tutti, nessuno escluso. Un insieme di racconti e di ballate in diverso stile, da erede di Battisti, in chiave soul. È un lavoro eclettico, è la sua storia personale, è la nostra storia, la storia di chi ha incontrato nel suo cammino, di chi c’è ancora e di chi non c’è più. Possiamo rispecchiarci nei suoi brani, ci possiamo riconoscere, possiamo fermarci a riflettere sulle nostre scelte passate e possiamo pensare al futuro, consapevoli di poterlo affrontare e carichi di un bagaglio che non diventerà mai vecchio e che mai ci lascerà. Ci possiamo commuovere mentre lo ascoltiamo guardando l'oceano.
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