Uno zapping compulsivo tra diverse stazioni radio, si passa dall'ascoltare "La solitudine" di Laura Pausini alla notizia di un uomo che ha ucciso la moglie, come se non ci fosse differenza, alla fine è tutto solo intrattenimento.
È così che si apre "Achille Idol – Immortale" il nuovo album di Achille Lauro, giovane rapper sotto la Roccia Music nonché uno dei prediletti di Marracash. Biondo come Billy Idol (a cui in parte si è ispirato per il titolo dell'album) Achille sarà forse un tipo schivo, ma da queste 17 tracce esce fuori la personalità di chi non le manda a dire. Un album che si affaccia su realtà hardcore, nella maniera cruda e priva di fronzoli come solo i rapper della scuola romana sanno fare: c'è la credibilità dei quartieracci, del calcolo per cui essere giovani non significa non aver vissuto anche le esperienze più adulte della vita, e c'è un tipo di scrittura che si sta facendo più matura. In questo album l'evoluzione di Achille Lauro è palpabile: ci crede lui e ci crede la Roccia Music, Marracash in primis con cui collabora nel pezzo "Real Royal Street Rap", secondo estratto dall'album che vanta la collaborazione degli AckeeJuice Rockers, dove il beat moombahton combina gli elementi electro-latinos ai versi strascicati di Achille fino ad arrivare alla autocitazione di "Badabum Cha Cha" di Marra. Ogni canzone termina con una preghiera, l'unico momento dove Achille è solo con la sua voce, prima di ributtarsi in collaborazioni (Coez, Noyz Narcos e Gemitaiz tra tutti) e beat sempre perfetti.
Bisogna ammetterlo, Achille è in bilico tra fascino e incoerenza: c'è ego, tanto, ma c'è anche tanta vita raccontata ("Groupie", "Insalatiera", Rich Forever") e - se hai pazienza - sotto il cinismo e gli occhiali da sole c'è anche l'amore ("Scelgo le stelle", "Ghost"). La storia è quella di chi non ha rincorso la carriera da rapper ma ci si è ritrovato dentro: quello scrivere della santa trinità New Era-soldi-fighe è più per sfottere chi ci ha provato per tutta la vita mentre lui, ora, ci è già arrivato e con i migliori ("No Twitter", "Real Royal Street Rap").
Ora, siamo nel 2014 e la storia degli amici persi in strada, delle droghe e delle lotte di quartiere può anche stancare - ci hanno raccontato talmente tante periferie che alla fine ti chiedi se, per caso, hai abitato in centro senza saperlo - ma Achille resta ancora credibile ed i beat trap irresistibibili ("Tu che ne sai", "Macedonia") completano l'opera. E sono proprio i producer ad alleviare le sofferenze di Achille, alleggerendo ogni debolezza, addirittura rendendole piacevoli. Dove manca il ritmo in quella voce stanca e seria, ci si buttano gli ottimi Night Skinny, Banf, Ceasars, Frenetik, 3D e Depha che rendono originale l'intero progetto allontanandolo dalla maggior parte delle uscite rap del momento.
È chiaro, il Dott. Frankenstein ha trovato il suo mostro e la Roccia Music ora si permette e permette ai suoi adepti tutta la libertà che cercano. Rallentamenti vocali, allitterazioni, è quel beat gelido e internazionale che scandisce e premia il lavoro del rapper romano. Un po' lo odi uno che si presenta con il titolo dell'album contenente le parole idolo e immortale; ma tirando le somme Achille Lauro, più che una divinità, si vede come un sopravvissuto e questo ci fa credere nel suo lavoro.
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