Un primo ep sobrio di un cantautore che conosce i suoi limiti e non vuole strafare. Certo non basta.
Tomas Ciampi non vuole strafare, si presenta in copertina con un modo sobrio, buffo, sceglie di usare sonorità pacate, testi asciutti e pochi guizzi vocali, certo lo spazio per qualche stecca lo trova ma non sono momenti poi così evidenti. Si legge che l’EP è ispirato ai quattro quartetti di Thomas S. Eliot e si ricercano sonorità semplici, e melodie di stampo anni 60/70, e trovo giusto dichiarare le proprie ispirazioni perché questo fa capire una certa voglia di confronto ma anche di rispetto reverenziale.
"This light expected", il primo mezzo, ha sicuramente qualcosa di già sentito ma in fondo fa tenerezza, perso com'è in una primavera che arriva senza che si abbia il tempo di prepararsi a dovere, con belle chitarre surf dagli accordi aperti. "The Days" è una perfetta canzoncina da amaca e spiga di grano tra i denti, "Prime" è la ballad da falò sulla spiaggia, sentita e risentita, la classica con con tanto di “nanana” a fare da ritornello. Qui Ciampi chiede troppo alla sua estensione vocale ed inciampa più di una volta. Non va tanto meglio in "It took a long time" dove la voce invece si fa più languida ammiccando, in maniera non troppo convinta, ad Elvis Presley.
L'ep, dicevamo, non vuole strafare: rimane equilibrato e nel perimetro delle cose piacevoli. Certo c'è ancora da lavorare molto.
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La recensione One Quartet di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-07-01 00:00:00
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