Buon ep di musica elettronica. Bell'esordio.
Ottimo ep d'esordio per il progetto Sulfurea. Esprimersi con la musica elettronica strumentale è come giocare con le pozioni magiche in laboratorio, ci vogliono le giuste dosi, i giusti volumi, le giuste temperature e tutto va maneggiato con sapienza, altrimenti tutto va cestinato e si deve reiniziare da capo. L'inizio è avvolgente, i suoni ovattati e la sensazione di morbidezza accarezzano le orecchie mentre un leggero beat lounge si inocula lento. Sembra un risveglio, o una nascita, il suono fluttua in una placenta tiepida per trasformarsi in un fiore piccolo, dai pochi petali sfumati. "Orchid", seconda traccia, iniza a far muovere la testa prima e poi lentamente le gambe, note lunghe, sintetiche come voci robotiche di sirene, ammaliano l'Ulisse che c'è in ogniuno di noi.
Poi "Appearence", e si inizia a spingere: le atmosfere si scuriscono, in tre minuti e quaranta si sovrappongono cromature strato su strato, e sopra di tutto, acidi rimbalzi gravi ad intaccare come la ruggine un beat di per sè leggero. "Cigarettes" prosegue con andamento sostenuto e con un flow morbido che porta verso la fine del disco in cui la bravura di Daniele Amaduzzi (padre del progetto) si palesa in toto. Un ritmo spezzato si alterna a momenti di stallo lisergico alla Massive Attack ed il cerchio si chiude tra piccole punture di synth ad alte frequenze su tappeti di bassi metodici.
Il giovane chimico ci sa fare con le dosi, e come all'inizio si intravedeva il risveglio, l'ultima traccia "Pulse" è come se ci riassorbisse lontano, ci dissolvesse. Buon esordio di un giovane compositore di suoni che si aspetta al vero battesimo del primo album, sperando che oltre al gusto saprà stupire con qualcosa di veramente originale.
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La recensione Orchid EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-05-01 00:00:00
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