L'essenziale è invisibile agli occhi, veri valori e poca apparenza. Un concept album per certi aspetti un po' piatto ma che comunque si apprezza
“L’essenziale è invisibile agli occhi” è il tema fondamentale de “L’Invisibile Spazio” degli Strani Giorni, un concept album con focus sulla ricerca dei veri valori, quelli che si sentono col cuore, e non delle mere apparenze.
Il disco è composto prevalentemente in chiave pop rock, influenzato molto dal cantautorato italiano (Tenco, Graziani) con però forti componenti moderne. Le ballad "Nella gioia e nel dolore", "La Speranza" e "Curami", purtroppo con ritornelli un po’ scontati (“la mia rivoluzione/liberazione sei tu” e “curami, prenditi cura di me”, diretta citazione dell'omonimo brano dei CCCP) non aiutano molto a sbloccare la situazione di stasi catartica che caratterizza la prima parte dell’album. Questo però è quanto accade miracolosamente nella seconda.
“Il crocifisso” oltre ad avere un testo di tutto rispetto, ha un tocco stranamente esotico, distaccandosi completamente dalla linea troppo poco avvincente che l'album ha adottato finora. Come anche il ritornello e la chitarra di “Forse non finisce tutto qui” o i riff e le distorsioni de “L’attesa”, quasi progressive. Ottima capacità strumentale e pulizia del suono sono un punto a loro favore e, complessivamente, non si può dire che non sia un buon lavoro. Ecco qualche variazione in più sarebbe stata apprezzata. Magari sarà per la prossima volta.
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La recensione L'Invisibile Spazio di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-11-15 00:00:00
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