Lavoro sostanzialmente ibrido che non convince fino in fondo, ma che potrebbe farlo dal vivo
“Lo stile cantato è il problema più grosso negli ultimi anni / perché non esiste uno stile che sia meno stile disposto a aiutarmi” (da “Porno Jungle")
Se il tallone di Achille dell’album d’esordio degli Indastria poteva essere individuato nell’uso spropositato e confusionario del cantato, parrebbe ora vincente la scelta di stravolgere la formazione partendo proprio dalla voce (oltre che dal basso). Da questo punto di vista, “Le ragazze sono tutte bellissime” costituisce un punto di svolta che finisce per far mutare l’intera forma canzone tipica del gruppo: testi più lineari e diretti, accompagnati da suoni alleggeriti quel poco che basta per ridare ordine al tutto. Un tutto che rimane tuttavia non ancora facilmente ascrivibile ad un genere preciso.
Emblema di quanto detto finora è “La suora afrodisiaca”, tra i pezzi migliori e potenziale outsider, non a caso situato a metà del disco - così come è sicuramente da outsider il fondamentale contributo dei Daushasha (violino e fisarmoniche). Ad aprire le danze è invece “Superata”, che lascia subito il segno grazie ad una potente carrellata di rime baciate: efficace ai primi ascolti, ma ridondante a lungo andare. Degne di nota sono “Maldidente” e “Porno Jungle”, accomunate da una simile struttura in crescendo, ma diametralmente opposte al livello di contenuto. Manca una canzone che traini davvero le altre come è avvenuto con “Orso polare droga” nel primo disco, ma sono diverse quelle che aspirano a diventarlo. Il risultato è un lavoro sostanzialmente ibrido - a tratti sopra le righe - che si può facilmente immaginare riuscito in quanto a rendimento dal vivo. Tutto sommato un passo in avanti rispetto al precedente “I giorni del pelo”, ma ancora indietro se si considerano i passi ulteriori da compiere.
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La recensione Le ragazze sono tutte bellissime di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-01-29 00:00:00
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