Fede 'N' Marlen Stalattiti EP 2014 - Rock, Folk, Acustico

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Brani intimisti, introspettivi ma mai timidi. Bastano pochi strumenti per arrivare così immediati al cuore.

Le stalattiti di cui parlano Fede ‘N’ Marlen sono ingannevoli. Non sono fredde, non sono ghiacciate, non sono neppure appuntite. Semmai, con le loro gocce, creano pozzanghere sonore limpide e cristalline, calde, dove ci si può specchiare o dove si può vedere il fondo.

La opener “Stalattiti” profuma di addii, di quel momento in cui lasci andare qualcuno, sali in macchina e, prima di partire, respiri profondamente “su risposte mai nate, su risposte mai avute, su risposte mai cercate”, mentre la fisarmonica danza sottile sulla chitarra acustica e i suoi accordi che suonano come singhiozzi. E così mi trovo stesa sul prato di quel parco di cui parli sempre, all’ombra di un albero che si sbraccia nel cielo e “senza fiatare ti giurerò che il sangue insieme mescolerò”, chè in fondo la primavera è fatta per pronunciare promesse che non potremo poi mantenere, sugli accordi leggiadri di “Lunares” e il suo ritornello in napoletano. Anche la successiva “Fragile” è cantata in dialetto e sembra che sorrida con le sue atmosfere lo-fi, e adesso cammino su una strada di campagna con “Respiro”, il sole alle spalle che tramonta su un cielo rosa e “il vuoto che hai lasciato è solo spazio per me”, mentre torno, finalmente, a respirare. La più allegra ed ariosa “Il nido” mi libera da ogni preoccupazione e ti sorrido ballando nel vento fresco di un falò su una spiaggia nel sud del mondo.

I brani sono intimisti, introspettivi ma mai timidi, niente fronzoli ma solo sentimenti raccontati lievemente e respirati a pieni polmoni, pochi strumenti (una fisarmonica, una kalimba e due chitarre) e accordi semplici che rendono delicata la struttura musicale dell’Ep. Il timbro vocale delle due cantautrici ricorda la sicurezza di Levante o, se vogliamo guardare più lontano, la dolcezza di Winter Took His Life e i brani riescono a farsi ricordare senza difficoltà, grazie alle tante immagini evocate. La semplicità è spesso sottovalutata, non serve necessariamente chissà cosa per arrivare così immediati al cuore, perciò mi stendo fuori col sole sulla pelle ed assaporo, ad occhi chiusi, questo prezioso Ep.

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La recensione Stalattiti EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-04-18 00:00:00

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