Concentrato hard rock anni ’70. Buon inizio, pecca un po’ d’originalità
Le mille sfaccettature del miglior hard rock anni ’70 si ritrovano tutte nell’ep dei Virtual Time. Tre le canzoni presenti nel disco e capaci di riportarvi indietro di quarant’anni: Led Zeppelin, Deep Purple ed i fratelli Young hanno avuto sicuramente un posto d’onore per la formazione musicale del gruppo, che ripercorre e concentra in 9 minuti i momenti salienti del genere.
Tutti i crismi del rock duro, così, sono presenti: riff potenti, batteria e basso corposi, virtuosismi di chitarra elettrica e la voce, a tratti rock a tratti bluesaggiante, che cerca le sue colonne d’ercole tra Robert Plant e Rival Sons. Pezzo forte dell’ep è "Getting Twisted": la chitarra che ricalca la voce nel chorus è piacevole, crea un forte impatto e dimostra che i Virtual Time i “compiti a casa” li sanno fare bene.
A fronte di un hard rock davvero ben fatto, però, il gruppo pecca un po’ d’originalità. Si fa fatica a riconoscere uno stile distintivo: il rischio è quello di ancorarsi troppo ai grandi gruppi del passato, senza un’effettiva rilettura in chiave personale. Le potenzialità alla base, comunque, ci sono tutte: gli elementi sono ben amalgamati e il cd scorre con piacere. Sono fiducioso e curioso di ascoltare i lavori futuri, per adesso niente male l’inizio.
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La recensione Getting Twisted di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-10-06 10:17:00
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