Un disco che convince solo per metà: troppo ripetitivo e a tratti noioso
“Semplice come nuvole” è il primo lavoro dei piemontesi Kippi’s, partorito sotto l’americana Sickroom Records. Sarò sincera e metterò subito le mani avanti: il disco mi ha convinta per metà.
La partenza non è affatto male, la opener “L’evoluzione della specie” è un’ipnotica marcia oscura che avanza, batteria cadenzata e riff ripetitivi che vorticano, così come la seguente “Lady”, il basso pieno e dominante su suoni secchi e scarni. Con “Noia bara” sembra di ritrovarsi faccia a faccia con un Battisti più ruvido (il timbro vocale qui somiglia in maniera pazzesca al cantautore) e, a tratti, elettronico, mentre “Semplice” vira improvvisamente in lande post-rock, atmosfere più fredde, ampie e distorte. In “Festina lenta” gli elementi sonori giocano di più fra di loro, le chitarre si appiccicano alle linee di basso e alle liriche quasi surreali, e si rimane ancora ipnotizzati dal sound circolare, che scivola poi in “Monocromo”, che risulta l’estensione naturale della opener. “Vedi che” cavalca ancora in atmosfere trascinate, con i riff iniziali che sembrano uscire dal basso, come un lento risveglio che si protrae nel tempo, misterioso e ombroso, mentre “Un mare di petali” chiude il lotto utilizzando ancora le tanto care alla band formule ripetitive, sviluppando riff pressocchè identici dall’inizio alla fine del brano.
Il fatto è che il rischio sbadiglio mi tende agguati in ogni angolo ed è come se il disco non prendesse mai il volo, rimanendo, al contrario, sempre su delle coordinate alquanto statiche e poco originali. Con dieci brani mi aspetto come minimo un qualche sussulto, altrimenti l’attenzione calerà ben presto, con la conseguente difficoltà di recuperarla in fretta. Tutti i brani si susseguono poi fra di loro, fondendosi in maniera sì naturale, ma perdendo di personalità e non brillando in nessun modo. Belle però le linee di basso piene e cupissime, sulle quali sembrano cucirsi sopra tutti gli altri elementi e le liriche funzionano, i Kippi’s dovrebbero solo trovare una strada che a loro confaccia maggiormente. Come si suol dire, aspetto il prossimo lavoro sperando di trovarmi pienamente convinta.
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La recensione Semplice come nuvole di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-05-15 00:00:00
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