Emo da cantare nelle stanze della nostra adolescenza
Lo si canta dall'inizio alla fine nonostante la metrica non sempre lineare, questo “13” dei Kairo è una buona prova che va a inserirsi in quel panorama emo che si rifà da una parte alle esperienza americane dei Texas is The Reason in versione più lo-fi, ma cantato in lingua madre, a sentimento scoperto, “col cuore sudato”. Dall'altro lato c'è una predilezione per timbri più puliti e vicini all'indie rock sempre d'oltreoceano (“Vestiti”), con apertura post-rock (“Samurai”), insieme a delicate tracce strumentali (“13”) che svelano la parte più pop dei Kairo: “Tempesta” ne è manifesto. La si assorbe, la si canta, invita al riascolto, penetra nella testa grazie al canto aperto, anzi, spalancato.
Di contro c'è che dato l'impianto ritmico e timbro, per quanto i fugaci cambi di tempo e le campiture tirate dei ritornelli (“Caracolla”) siano efficaci, e fatte le dovute eccezioni (“Medusa”), il totale risulta un po' ripetitivo, quasi il mondo dei Kairo si esaurisse qui. Eppure si potrebbe fare tanto altro, vista l'indubbia capacità di scrivere belle canzoni. Ma di tempo ce n'è.
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La recensione 13 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-09-04 00:00:00
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