Tre inediti e una cover dalle buone idee e ottime capacità, ma ancora troppo legate alle esperienze precedenti
Partono le prime note dell’esordio di CARA e ripiombo in un attimo negli anni Novanta. Sembra di risentire i Prozac+, all’epoca una novità, con quella voce dalle chiare tonalità femminili su un rock elettrico e movimentato; con quei ritornelli ripetuti fino all’ossessione, destinati a rimanere impressi nella memoria: è così che “o resti o vai / o resti o vai / o resti o vai” (“Vai o resti”, brano di apertura) ricorda subito il più noto “acido acida / acido acida”.
“Fai un salto”, secondo brano, parte con un’invariabile melodia martellante, sfocia nel classico ritornello ripetuto e si chiude con distorsioni metalliche. Bella, originale e coraggiosa è invece la cover di “Luna in piena” di Nada, perfettamente riuscita, senza abbandonare il proprio stile per spirito di emulazione, cosa anche discretamente rara e assolutamente apprezzabile. L’ultimo brano, e anche il più lungo, “Ti fai male solo tu”, chiude questo breve esordio di CARA, distinguendosi dai brani precedenti, rallentando il ritmo, ma senza perdere l’energia e la carica emotiva. È probabilmente la traccia migliore insieme alla cover di Nada.
Il lavoro è apprezzabile e nostalgico, perché riporta a una tappa fondamentale per il rock italiano, ma poi non riesce a convincere fino in fondo, proprio perché ancora troppo legato alle esperienze precedenti. È già chiaro, però, che ci siano ottime idee, ancora allo stato embrionale, ma destinate a crescere, con costanza e senza abbandonare le proprie radici. Un buon inizio per potersi solo migliorare.
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La recensione CARA di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-10-29 00:00:00
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