Non stiamo parlando né di un capolavoro ma neppure di un'opera da cestinare.
Due album nel giro di un anno, anzi meno. È un 2014 prolifico per Gasparazzo e la Banda Bastarda, nei confronti dei quali non nutro subito simpatia se considerate che ho una certa avversione verso coloro che macinano canzoni nuove in continuazione. Però l'etica professionale mi impone di superare questo "blocco" e giudicare l'opera a prescindere da tutto - perché il punto, in realtà, non è quanto segna il contatore del numero di tracce, bensì la caratura delle canzoni.
Nel caso specifico di "Mò mò" non stiamo parlando né di un capolavoro ma neppure di un'opera da cestinare. Il quintetto bolognese si colloca infatti in quel genere ibrido che flirta con la patchanka, lo ska, il folk e - last but not the least - il reggae. Vien da sé che le liriche richiamino quello specifico immaginario, esattamente come il copione prevede. Nonostante ciò, ala fine dei conti, il gruppo fa quello che deve, senza strafare ma anche senza rischiare di avventurarsi in nuovi percorsi sonori.
Comprensibile, per carità, ma ci sarebbe piaciuta più di una variazione sul tema - che stavolta si concedono solo su "Mimi", paradossalmente il pezzo più pop della tracklist. Per il resto tutto funziona come da aspettative: il testo sull'integrazione declinato con la metafora calcistica in "Rovesciala", la canzone basata sul gioco di parole ("La tromba di Eustachio"), le tematiche sociali e via discorrendo.
Continueranno a piacere a coloro che li han sempre seguiti e probabilmente coinvolgeranno nuovi ascoltatori in occasione di qualche live (che oggi, ad ogni modo, rappresenta già tanto). Gli altri passino pure oltre, a meno che un moto di curiosità non li colga all'istante.
---
La recensione Mo' mo' di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-10-09 00:00:00
COMMENTI