Secondo ep per Larry Manteca, genietto misconosciuto della scena funk milanese. Dopo il sorprendente "Zombie mandingo", questo nuovo lavoro si spinge, come già si intuisce dalla copertina in stile "Prova a prendermi", maggiormente nella direzione della musica da film, anni Settanta principalmente: "Alvin's run" e "Groovy stuff" sono così due fulmini da blaxploitation, con qualche rimando (le percussioni, i cori in sottofondo) all'amato afro-beat. Genere chiamato in causa anche dalla linea di basso della title-track, che comunque, così come "Saturation", rimane sempre per scelta lontana dalle anfetaminiche cavalcate di Fela Kuti e compagni, qui evocati soprattutto dalle soluzioni armoniche e timbriche del piano elettrico.
Leggere nelle note che Larry, al secolo Alessandro Paiola, ha suonato da solo tutto il disco (fiati compresi), eccezion fatta per alcuni contributi al basso e al piano di Mizzu Avitabile e Nicola Colombo, dà solo un'idea del potenziale espresso in questi suoi primi lavori. E se anche, complessivamente, i pezzi di "Deep cut" sono un filo inferiori a quelle dell'ep precedente quanto ad efficacia pura e semplice su disco, appaiono perfettamente tagliati per diventare una colonna sonora al fulmicotone. Il primo regista che lo scopre fa un affare di quelli veri.
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