Nel 2014 parte l’avventura musicale degli Amegana, band palermitana che sceglie la strada coraggiosa dell’autoproduzione per il suo primo full lenght composto da nove pezzi inediti.
Nel 2014 parte l’avventura musicale degli Amegana, band palermitana, che sceglie la strada coraggiosa – molto spesso obbligata – dell’autoproduzione, per il suo primo full lenght composto da nove pezzi inediti.
Un tuffo nella musica pop che purtroppo finisce per schiantarsi sulle piatte scogliere della banalità, con soluzioni armoniche e testi che non brillano per nessuna qualità particolare e che, semmai, colpiscono per la sfacciata superficialità. Un prodotto che, volendo ragionare in termini di marketing, potrebbe anche definirsi “ben confezionato”, ma con un impatto artistico sostanzialmente inesistente. Canzoni come l’opening track “L’ultimo spettacolo” oppure come il singolo “Come mi prendi”, del quale esiste anche un video che, a parere di chi scrive, poco o nulla ha a che fare con il testo della canzone o con qualsiasi altra tematica affrontata dal gruppo (va bene, non è obbligatorio che sia così ma anche girare un qualcosa di totalmente avulso dal contesto non può prescindere dall’esistenza di un qualche nesso logico-formale con il qui e ora) colpiscono per la totale assenza di scopo dei testi e delle armonie. Un tratto, questo, che si rivela tristemente comune a tutte le tracce dell’album. Un modo di fare musica che non smuove di un millimetro l’anima dell’ascoltatore, contravvenendo a quella che dovrebbe essere l’essenza pura e il fine ultimo della più alta di tutte le arti.
“Amegana” in lingua indiana (così sostengono i ragazzi del gruppo) significa “tuffarsi” e lo prendiamo per buono, ma per quanto la metafora del tuffo sia efficace viene da chiedersi se non sarebbe stato meglio, prima di lanciarsi, controllare che davvero ci fosse dell’acqua, giù di sotto.
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La recensione Amegana di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-02-16 23:59:00
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