Le Mura
Ah!Ah! 2014 - Cantautoriale, Rock'n'roll

Ah!Ah!

Le Mura sono tre ragazzi con un amore sconfinato per il psych-blues, le chitarre sferraglianti e i chiaroscuri.

Le Mura è una formazione capitolina che porta esattamente lo stesso nome di un live club dell’urbe. Le Mura sono anche tre ragazzi (Andrea Imperi Purpura - basso e voce, Gabriele Proietti – chitarra, Bruno Mirabella - batteria) con un amore sconfinato per il psych-blues, le chitarre sferraglianti e i chiaroscuri. Le Mura hanno licenziato da poco questo esordio (se si eccettua il primo EP autoprodotto, "Tutto è Oltre", circolato in maniera carbonara ai tempi dei primi vagiti della band) per dell’ex Lemmings Emiliano Ra-b congiuntamente a La Grande Onda del rapper romano Piotta. Cinque brani che lasciano in bocca un acre sapore di limatura e smog, quello stesso che prende alla gola una volta varcata l’entrata nella motor city per eccellenza, Detroit, patria di The Stooges ed MC5 (anche se di questi, i tre Le Mura, non hanno ereditato tanto la protervia estetica e stilistica, quanto una sorta di nequizia strisciante, rinvenibile quasi in ogni traccia).

Ma c’è anche tanto altro in questo lavoro dai tratti marcatamente bluesy: c’è il Nick Cave degli esordi, quello più distopico e legato ad una scrittura fortemente influenzata dall’”American Gothic Imagery” (“Il sicario” e “Prospettiva candida”), c’è tutto l’armamentario gangsta (bulli, pupe, pistole) utilizzato da Fred Buscaglione nelle sue indimenticabili “Teresa non sparare” e “Eri piccola così” (“Sotto di 31”) e per finire, c’è spazio anche per omaggiare l’Enrico Ruggeri leader dei Decibel (è il caso della sublime “Sai per dove”) quello che, occhiali con montatura bianca, cravattino nero e capelli platinati, faceva il verso al suo maestro di sempre: Lou Reed.

Ma, fuori dal consueto e sterile gioco dei rimandi e delle influenze, resta la viva impressione di essere di fronte ad un buon lavoro, supportato da una scrittura tagliente, anche se a volte smaccatamente gigiona, ed una maturità compositiva di indubbia qualità. “Ah! Ah!” è l’ennesima testimonianza dello stato di grazia che il sottobosco della scena musicale romana sta vivendo da qualche tempo a questa parte.

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