Sperimentazione sonora e allegorie terrestri. Affascinante
Avete mai provato quell'impellente desiderio di uscire da voi stessi, anche non per forza metaforicamente parlando? Abbandonare chiuso a chiave il proprio corpo verso orizzonti dove il sole non è detto che sorga per forza, dove sulle nuvole ci si può apparecchiare per un pic nic e da lì giocare ad osservare il mondo, cambiarne le regole. Ma al risveglio il letto è sempre quello nella mansarda in cui dormi da anni, le macchie d'umido sulla parete non si sono asciugate.
“Goodmorning, Utopia” di sottofondo, il momento del ridestarsi dei sensi, la realtà nuda e cruda della prima traccia, “Persepolis”. Un fiore che si schiude nell'eterno alternarsi di giorno e notte, unminutoeventisecondi di questa nascita ed immediata morte. Dunque, la verità, da che parte sta? Nel giorno o nella notte? Forse nella notte, nelle stelle, nel raggiungimento di quella più luminosa anche se sembra impossibile, come suonano gli scenari notturni illuminati a giorno di “Ad Astra”. C'è una sfida in corso. La spinta di ogni uomo a tendere verso la perfezione e le naturali delusioni, le frustrazioni, i fallimenti. Se indietro non si torna e la verità s'è nascosta troppo bene, allora perché non cercare in fondo agli occhi, come suggerisce “Nei tuoi occhi di legno”? C'è un mondo negli occhi delle persone, c'è speranza, c'è un continuo ondeggiare di desideri irrealizzabili.
Veivecura ha offerto la chiave di lettura di un mondo al rovescio, con un disco. L'ha fatto con una musica stillante gocce dal sapore agrodolce, un pianoforte incisivo che accompagna l'ascesa dei sogni e delle meraviglie che si liberano dalla polvere. Ha costruito con i fiati, la marimba, il vibrafono... il basso e la chitarra, elettrici, basi solide. La voce di Davide è onirica, come una voce che è presente nella propria testa, proprio quando recita “I'll wait for... us” (“Young River”). Peccato averne così pochi ritagli. E' il disco giusto da ascoltare in cuffie ad alta fedeltà per assaporarne anche i minimi dettagli, così preziosamente curati.
Indefinibile il mondo come indefinibile è il carattere di Veivecura. Sperimentazione sonora e allegorie terrestri, tutto il resto è noia, e va assolutamente combattuta.
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La recensione Goodmorning Utopia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-07-04 00:00:00
COMMENTI (1)
ad astra piango