Alla ricerca dell’originalità, i Giorni di Noia hanno ancora tanto da fare: trovare la propria strada
I Giorni di Noia sono un duo della provincia di Lucca. Difficile definirli e collocarli nel panorama musicale, perché fanno dell’originalità il proprio punto di forza. Si definiscono “duo synth rock neo-psichedelico”, che in effetti potrebbe non voler dire niente, ma in realtà è una definizione che abbraccia le diverse influenze del loro breve esordio. Tre i brani: l’ultimo, “Verde”, è il più classico e proprio per questo non convince completamente. Gli altri due hanno dalla loro l’originalità, nei testi studiati, ma comunque non pesanti, e nella musica che unisce passaggi del rock più classico a tastiere sintetizzate, bassi artificiali e distorsioni psichedeliche.
“Mamihlapinatapai” è un neologismo che si potrebbe paragonare a “supercalifragilistichespiralidoso”, che non vuol dire nulla, ma è importante ciò che significa per noi e i ricordi che evoca; “Iride ossidata” prelude alla tendenza uniformatrice dell’uomo che sta diventando un robot (“un automa umanizzato è quello che sei diventato / uomo-robot prendi un po’ di fiato / respira un po’ / sei stato soggiogato”).
Buone le premesse, apprezzabile la ricerca dell’originalità, però c’è ancora tanto da fare: trovare una strada propria e portarla avanti con decisione, nei testi e nella musica.
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La recensione Giorni di noia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-11-15 00:00:00
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