Il disco della definitiva realizzazione?
Sempre stati poco italiani gli LNRipley. Dal 2006: tre dischi, sudore e morsi spesi sopra i palchi, e una rincorsa perenne al mezzo migliore col quale fare sfondamento oltre i confini. Dopo un point-break che continua a diventare troppo in là negli anni (era il 2007 quando BBC Radio 1 suonava la cover dei RATM), appare anche legittimo sedersi a tavola con chili di fame arretrata. Senza voler dire che in mezzo ci sia stato il nulla, semplicemente tanti gradini scalati, a volte bene, a volte di fretta, poca fortuna nelle scelte e il sigillo, preso sul campo, di migliore EDM live act, col quale però, nel paese dei poeti e dei cantautori, non ci riempi certo con soddisfazione il piatto. E così, fedeli a una logica "operaia" (non dimentichiamoci il peso di Torino in questa storia), "The Getaway" nasconde nel nome, nelle intenzioni e soprattutto nella sua realizzazione tutto quello che adesso LNRipley aspira ad essere: una band di genere dalla misura internazionale. Che tradotto in parole povere significa l'ingresso ad armi pari nel giro dei giusti, ranking alto nelle classifiche di magazine e network UK, un paio di endorsement di lusso, il booking europeo e mi fermo qui, perchè il resto della wishlist è giusto mantenerlo nel cassetto.
Ovviamente quello che c'è di interessante è il modo in cui, attraverso lo scorrere dei pezzi, ci si arriva. Il respiro generale è quello di una produzione alta, che tiene fede a suoni drum&bass dal taglio jump up puntellati da ragga-clash, aperture pop e attacchi cyber-dubstep. Le prime due, "Isle Of Life" e "Where Do You Go", sono la cifra stilistica del gruppo, groove tirato su questi breakbeat acciaiosi, vocals d'assalto (Victor è sempre di più una garanzia), e un featuring, quello di TREI, che aggiunge synth e archi di scuola Viper. "Chance" è l'altro pezzo che di più ci si avvicina, anche questo con un feat. (è ospite Symone, producer italiano spinto anche dalla cricca Major Lazer), lavora tanto distendosi e implodendo poi con tutto il drop, probabilmente dal vivo sarà una delle più ballate. Il primo singolo, "Even Stronger", è quello più americano, parte con questi vocals reggae appoggiati su un beat dub-roots, quando cresce immagini già tutto il resto e maledici (per l'ennesima volta) quel pezzo di Skrillex e Damien Marley, poi in realtà diventa qualcosa al limite tra rave e gabber, è sicuramente spiazzante ma rimane il momento più tamarro. "The Getaway" è il singolo pop, quello più vicino a Nero, "Void" un vortice di dubstep violenta e cibernetica, "Isle Of Dead" chiude il cerchio riallaciandosi alla prima.
Non voglio dire che è un disco elegante, ma sicuramente si respira un'aria più "patinata" rispetto agli altri lavori. Indice che le composizioni sono cresciute e il gruppo tutto ne esce fuori con una personalità limpida e ancora più definita. E poi ci sono almeno tre-quattro killer tracks che potrebbero fare la differenza. E prenotare finalmente questo passaggio per la Manica obbligato.
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La recensione The Getaway di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-04-28 00:00:00
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