Credere alle promesse di unn cantautore, il primo disco completo
Quando Renzo Stefanel nel 2010 recensiva il primo ep di Francesco Cerchiaro, ne parlava come di un cantautore "di belle speranze". Dopo quattro anni, in occasione della pubblicazione del primo disco sulla lingua distanza, con qualche traccia recuperata, tali speranze sono state mantenute?
L’impostazione fortemente cantautoriale è rimasta integra nella sua purezza, così come è rimasta alle spalle dell’autore l’ombra di De André (e di altri folk cantautori anni settanta). Alcune sfumature si sono aggiunte ma è preponderante una certa leggerezza nella scrittura, da non leggersi assolutamente come superficialità, nel tracciare con tinte pastello piccoli quadretti che si chiudono nello spazio di un brano, anche quando le situazioni si fanno più amare. Un lavoro concepito come una specie di bildungsroman su due coordinate temporali, quella delle età (dalla fanciullezza alla morte) e quella del giorno.
Ad accompagnare le parole un arrangiamento strutturato con solida semplicità e brevi inserti di tromba, ukulele, mandolino, trombone e violini a dare piccoli luccichii alla struttura portante. La scelta dei suoni invero lascia ben poco spazio all’innovazione e all’estro creativo, limitandosi a fornire un contorno di buon gusto alle parole, già un buon risultato nell’ottica generale della proposta. Non so quali fossero le speranze di quattro anni fa, verso cosa si ambisse, ma qui c’è una prima certezza in un disco completo ed in questo maturo, in cui vi sono ampie tracce di una poetica interessante.
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La recensione A Piedi Nudi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-10-18 00:00:00
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