Progressive rock che vaga nello spazio, perdendosi.
Ascoltate la traccia numero 6, “Sobc”. Tra le nove del disco è la più riuscita. Un tuffo nei film noir degli anni che furono. Botta e risposta tra una sensuale voce femminile ed una (tutt'altro che sensuale) da cavernicolo. Mi piace perché fa sorridere, perché ha un qualcosa di grottescamente amabile.
Progressive rock sperimentale, atmosferico, etereo, questo è l'ambito in cui si inseriscono i Macròlle. Ma questo disco è colmo di pecche ripetute, di brutti vizi e abitudini fossilizzate. Cambi di ritmo troppo timidi quando li vorresti sentire decisi, incazzati, e così sia per le chitarre che per la batteria che per la voce. Un sacco di chorus e delay che sembrano tirati fuori dall'overdose di un improvvisato viaggio negli anni '90. La voce di Ilaria, armoniosa e ricca di orpelli ricorda i gruppi dark che tanto andavano di moda appena qualche anno fa, ma la pronuncia è spesso imperfetta. E magari, prese singolarmente, tutte queste lacune assomiglierebbero a dei nei insignificanti, ma nel quadro completo di “One Over Zero” quello che più si nota è una grande insicurezza.
Stop alle critiche e veniamo a quanto di buono c'è. La produzione potrebbe essere migliorata è vero (è un disco autoprodotto) ma che su questo disco si sia lavorato molto è evidente, si capisce che nulla è lasciato al caso e che all'interno della band si sappia cosa significhi fare musica. Se prendiamo in considerazione poi che questo progetto si basa proprio sulla ricerca di un suono originale, o meglio originario, mediante svariate sperimentazioni musicali con l'obiettivo di portarci ad un livello atmosferico, tra l'oscuro e il sognante, tutto quanto detto prima rischia di perdere di significato.
La mia impressione è che i Macròlle abbiano molte potenzialità, ma che non abbiano ancora trovato la via migliore per esprimersi. Dovrebbero rimettersi in discussione partendo dalla base, perché è vero che un prog atmosferico come questo ha sempre il suo fascino: di quello di cui parli e ti vanti di conoscere con gli amici magari, ma che in realtà non ascolti quasi mai.
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La recensione ONE OVER ZERO di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-07-11 00:00:00
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