Garage nuggetsiano, psych-country e una punta di Gun Club. Parla chiaro il 7" con cui debuttano i toscani Lee Van Cleef's Lost Finger, sin dalla bella copertina con lo zombie-cowboy che incarna il leit-motiv dei tre pezzi: dall'incedere freak-western di "Down to the ground" alla cavalcata (reale e figurata) sulle oscure praterie di "My horse", all'urlo liberatorio, (coyotesco?) "You know / Jesus / I don't need you" del lato A, Lee Van Cleef e i suoi si presentano da subito come uomini in fuga. Non vi conviene perderli troppo di vista, la fedina penale per sorprendervi ce l'hanno già.
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