Versatilità e gusto nell'arrangiamento messi al servizio di ottime canzoni
Sette brani per il nuovo ep degli Psychopathic Romantics, ben legati tra loro dal timbro profondo di Mario La Porta, cantante/batterista di origini italoamericane che da subito connota fortemente (e positivamente) il suono della formazione campana.
Che però non si adagia sulle qualità del proprio leader, dando nuovamente prova di notevole gusto negli arrangiamenti e di un'indubbia versatilità: se ad esempio il primo brano, “It's all for you”, strizza l'occhio alla teatralità degli Arcade Fire, la lirica “Open up wide” apre con un mellifluo sax che sembra uscito dalla “Summer in Siam” di poguesiana memoria per poi scoprirsi dolente e via via sempre più carica di suggestioni, mentre la cupa “The gathering” sembra occhieggiare al Mark Lanegan solista.
Dalle cui atmosfere gli Psychopathics si distanziano decisamente con la deliziosamente lieve “I'll see you there”: ukulele, tromba, riff fischiettato e un cantato dolcemente ironico, a chiudersi in stato di grazia coi cori. Un pezzo che è la ciliegina sulla torta di un ep scritto molto bene, suonato altrettanto e prodotto ancor meglio, e sembra fugare completamente i dubbi che i precedenti dischi della band avevano suscitato: qui lo sperimentalismo e la capacità di spaziare sono utilizzati sempre all'interno di un progetto ragionato e di ampio respiro, in cui sono le canzoni (e solo in seconda battuta il suono) ad avere la priorità. E' la strada giusta, e gli Psychopatic Romantics l'hanno ormai imboccata con convinzione.
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La recensione Psychopathic Romantics di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-09-09 00:00:00
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