Brani ben eseguiti per idee già sentite, a parte una piccola chicca che potrebbe essere il traino verso nuovi orizzonti
Tralasciando silenziosamente il fatto che potremmo inserirli tra le band italiane col nome brutto, anche l'EP dei Malperturgio si può rubricare sotto la voce “Maneggiare con cautela”. “Demonios” è composto di sei pezzi di diversa estrazione, che variano dallo stoner (“Cosmic cells journey”) allo sludge à la Black Label Society (“Soul Sharia”), post-grunge in “The overload” e “Demonios”.
Storia a parte “Child of the cloud”, poco più di un divertissement suonato con lo scacciapensieri, che paradossalmente si rivela il brano più bello della collana, per l'arrangiamento non convenzionale e la capacità di creare un'atmosfera straniante, un po' psichedelica un po' western.
Gli altri brani sono di genere, derivativi, ben eseguiti, interpretati, scritti molto bene e cantanti da una buona voce dal timbro hard-rock, ma restano nel registro del già sentito. Si capisce che questo è il sound che piace e appassiona i Malpertugio, se ne avverte la sincerità, ma si fa fatica a ricordare i brani e a non correre ad ascoltare qualcosa direttamente dagli anni '90. Perché non tentare su una strada meno battuta e sfruttare meglio quelle intuizioni di “Child of cloud”?
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La recensione Demonios di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-07-02 00:00:00
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